Ci riferiamo a un nostro testo teatrale di ormai un decennio fa, in cui era scritto: “Voi, che non sapete e dite, sappiate, che vi sono uomini che sanno e non dicono, affinché voi possiate dire ciò che non sapete”… Ci suonano spontanee queste parole dopo quanto letto sul più prestigioso quotidiano italiano, ma, allo stesso modo, ci sorge un dubbio: lo sarà davvero così importante, questo giornale? Da tempo (forse da subito…) siamo (eravamo) stufi delle molte e troppe trasmissioni televisive straripanti di “esperti” di Calcio che parlano e commentano, urlano e si interrompono l’un l’altro, si deridono, poi, ridono. Farse. Fotocopie gialle e scolorite di quello che fu (almeno nelle intenzioni iniziali) il “Processo del lunedì”; ma per queste trasmissioni, dove si vedono volti che guardano un monitor, c’è comunque un minimo di clemenza che si concede ai protagonisti di Victor Ugo, che pur debbono procurarsi un tozzo di pane, anche se lordo di banalità e scemenza. Povero Gianni Brera (che un tifoso definì: “faccia da culo di scrofa”, dopo i Mondiali perso nel 1970). Dov’è la tua anima? Dove possiamo cogliere un po’ della tua cultura e un po’ della tua competenza? Dove un po’ della tua creatività? Povero Bruno Pizzul. Quando potremo riascoltare una voce come la tua? La tua voce: minestra calda prima di finire i compiti di scuola e prima di andare a letto. La tua voce, Pizzul, che si univa come un arrangiamento musicale stupendo di Giuseppe Verdi con l’Inno di Mameli. Oggi c’è la competenza degli strilloni e, se si va più su (almeno in share), c’è chi urla “Numero!” ad ogni azione (o quasi), anche quando il giocatore supera l’avversario semplicemente facendo un passaggio “di piatto” al compagno che si trova a tre metri. Ahimé! Che piattume, anzi, che piattumiera.
Ora costui (non ci interessa nemmeno conoscerne il nome), incompetente e borioso: scrive, dice e racconta. Ma cosa? Con quali competenze e con quale controllo sulle notizie. Di coglionate ne abbiamo già lette e sentite abbastanza e oltre sul Presidente Massimo Moratti. Certo: tutte scritte e cianciate prima del Luglio 2006 e dopo il Dicembre 2011, chissà perché? Dal Luglio 2006 alla vittoria del Mondiale per Club, invece, tutti a fare come recita la canzone di Ligabue. Proprio così, avete capito bene: tutti a baciare il culo “finché va bene” e tutti a volare a Madrid: zitti, zittini. Costui scrive e qualcuno pubblica. Altri parlano e vanno in onda. Noi citiamo un altro cantautore, Edoardo Bennato: “Non potrò mai far carriera nel giornale della sera, anche perché finirei in galera”, e prosegue più in là: “però, a quelli in malafede, sempre a caccia delle streghe, dico: No! Non è una cosa seria!”.
Ma, forse, non dobbiamo arrabbiarci così, anche se ci brucia lo stomaco, ma solo capire che certe pagine, davvero, ovunque siano pubblicate, sono solo canzonette.
Un’ultima citazione, ci si permetta: “Chi ha orecchie per intendere…”.