Derby della Madonnina e Milano siamo noi!

In Primo Piano Nerazzurri

Non è solo una faccenda di appartenenza, non è soltanto una questione di storie diverse, di uomini differenti. Perché Milano siamo noi? Perché? Le spiegazioni si possono dare fornendo parentesi storiche, certo, ma non sarebbe sufficiente. Allora andiamo fuori da Milano e chiediamolo agli altri. A chi pensano quelli di un’altra città se debbono identificare una squadra di Calcio con la Città di Milano? Chiediamolo a uno di Catania o di Viareggio, chiediamolo a un cittadino di Vienna o di Atene. Chiediamolo a un cinese.

Con tutto il rispetto per le altre compagini, per le altre bandiere, ma a noi non è mai capitato – come accadeva negli Anni Settanta-Ottanta durante le vacanze estive in Grecia – di sentire replicare un cameriere così: “Ah, italiani… Sarti, Burgnich, Facchetti…”, con giocatori dell’altra squadra di Milano, che, pure, ha nel proprio il seme del nome della città. Mai accaduto! Nemmeno negli anni delle loro “mille” Coppe; quelle de “Il culo di Sacchi”.

Questa – di chi sia la squadra di Milano – è una delle prime cose che ha imparato Javier Zanetti: uno che canta “O mia bela Madunina…”; uno che sa bene cosa significhi questa giornata di Campionato: “Il derby di Milano è il massimo dello spettacolo calcistico, non solo come partita ma anche per i colori e le feste che i tifosi, tutti insieme, organizzano. Davvero una bella festa calcistica”. E come si può dimenticare la sofferenza di Zanetti – a fine carriera – durante il “Derby della Madonnina”? Come si può dimenticare come pianse per quella vittoria? Ecco, domenica sera il Vicepresidente (questa oggi la sua carica nel F.C. Internazionale Milano)sarà in tribuna a seguire i ragazzi di Mister Spalletti; la nostra speranza è che prima faccia un salto negli spogliatoi.

(La fotografia in apertura di servizio di Javier Zanetti, per Hashtaginter.it è di Mattia Pistoia. Così quella pubblicata qui sopra.)

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it