“Il tifoso interista è abituato a soffrire, ma non molla mai, non abbandona mai la barca nel momento del bisogno. Il tifoso interista è un innamorato cronico, un passionale, un sanguigno. Ha un carattere argentino. È fedele, appassionato, nel bene e nel male. Ma è anche esigente, così come brillante, intelligente e ironico” (Javier Zanetti)
Che l’amore faccia anche soffrire è risaputo da tempo ma molti tifosi non ne hanno più voglia. Vorrebbero andare allo stadio col sorriso e aspettare che l’Inter scenda in campo come si attende la più bella delle spose. Eppure qualcuno si fa attendere all’altare e, questo qualcuno, si chiama “vittoria”. Tarda ad arrivare perché in questo momento la squadra non è pronta e si cercano motivazioni tra cali della prestazione fisica, aspetti psicologici, mancanza di un vero leader, necessità di “giocatori forti”.
Ieri sembrava di avere già in tasca i tre punti e invece è arrivato puntuale il goal della Spal. È rammaricante l’indugio di mister Spalletti nel dare le risposte a chi chiede: “Perché “l’Inter non vince più?”; il tecnico non nota cambiamenti nella “testa” dei giocatori rispetto a quando si vinceva. Ieri ha parlato di una gara che a un certo punto si è svolta “sotto il piano fisico” e allora verrebbe da pensare che forse qualcosa non sta andando nella preparazione. Tutti vorrebbero delle risposte perché il tifoso ama, ma anche le più belle storie d’amore possono finire, soprattutto quando viene a mancare la fiducia.
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