Povero Spalletti. Due Inter in campo…

In Campo

Povero Spalletti. Due Inter in campo: la prima che ha bisogno di un lettino dello psicologo e che gioca a passare la palla all’avversario (più di una decina di passaggi diretti ai giallorossi nei primi venti minuti…). La seconda che assedia l’avversario e raggiunge il pareggio con Matías Vecino a pochi istanti dallo scadere del tempo regolamentare. Povero Spalletti, lo tradiscono continuamente: “O siamo da Inter o sennò non ci si può giocare nell’Inter. C’è poco da fare…”, dichiara e aggiunge, “Non si può rotolarsi dietro le giornate. Dietro un pareggino, un risultato…”. Adesso chi non ce la fa con la testa non gioca: “Il livellamento deve essere nell’alta qualità” (…) “Se si ha paura di un male peggiore di quello che si ha, sicuramente accadrà anche quello”.

Il clima buono c’era anche questa volta: 57.066 spettatori; l’Inter ha fatto 9 tiri in porta e 8 fuori dallo specchio della rete. La Roma un solo tiro in porta, ma è stato quello del goal di Stephan El Shaarawy, che ha portato i giallorossi sullo 0 a 1 (al 31’). Poi un respiro di sollievo: Vecino al minuto 86’. Ed è 1 a 1. Se l’Inter fosse rimasta a 42 punti, con davanti la Lazio (con una partita in meno) e raggiunta dalla Roma (con una partita in meno), nei prossimi giorni si sarebbe davvero potuto scatenare l’inferno. La paura che la “Zona Champions” sia davvero ancora un obiettivo “scivoloso” avrebbe potuto stimolare cessioni e trasferimenti che ai nerazzurri farebbero solo altro male. Speriamo che la fine di Gennaio arrivi presto. In settimana la Roma recupera la partita con la Sampdoria… Assistiamo. Ora la Spal… Un altro giro della giostra. Una nota positiva: l’Inter è l’unica squadra che non ha perso uno scontro diretto.

Infine (per dovere di Cronaca): dalla Curva Sud giallorossa cantano ancora: “Un solo grido. Un solo allarme. Milano in fiamme!”, ma sappiamo che nessun provvedimento arriverà; ormai la storia è chiara: le squalifiche arrivano solo se i cori vanno da Nord verso Sud. Questo è solo un appunto, ma, come sapete, ci piace la verità.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it