In tutta sincerità… Ricominciamo! – Di P. Arcidiacono e F. Floridia

Together Inter Milano

In tutta sincerità… Ricominciamo! – Se dobbiamo essere sinceri, la storia dell’Inter che “molla” quando non è più in corsa per il primo posto non è nuova. Tradotta in tempi moderni: quando non è più in corsa per un posto d’Onore in Champions League. Noi, però, non crediamo che certe caratteristiche siano ereditarie, anzi, magari lo fossero, perché – accanto a questa – ritroveremmo un certo orgoglio di appartenenza, una certa “passione” e un minimo di pudore. Non è così. Un primo problema (non riguarda soltanto l’Inter) si può riscontrare nei nuovi contratti (nuovi, si fa per dire). Nessun giocatore di questa rosa (2016/2017) avrà problemi a trovare un’altra squadra se l’Inter lo dovesse “cacciare” via. Potrà (in una città più bella o meno bella) e con un ingaggio, magari minore, ma sempre d’alto livello, continuare a fare lo stesso tipo di vita. Anzi, da altre parti, certamente, avrà meno scocciature. Un mediocre che nell’arco della stagione fa due o tre numeri e cinque o sei goal, di cui due da favola, in una squadra di “seconda fascia” viene osannato. A Milano non è sufficiente.

Già, ma oggi qual è la “seconda fascia”? Con questa Juventus, fattarello più, fattarello meno (e quest’anno ce ne sono stati molti, come ai “bei tempi… loro), sembra che la “seconda fascia” inizi subito dopo la capolista. Il ruolo viene interpetrato dalle solite Napoli e Roma (comparsate tuttofumo) regine degli “zeru tituli”. L’Inter – ahinoi! – è divenuta così una squadra di “terza fascia”. Ciò non ostante la scorsa stagione i nerazzurri (con Roberto Mancini) erano rimasti in testa alla classifica quasi sino alla fine del Girone di andata e anche Luigi Garlando, preziosa e competente firma de “La Gazzetta dello Sport”, ai critici, rispondeva che in Italia, nel Campionato di Serie A, non si vincono quattro partite consecutive “per caso”. Quest’anno, con l’arrivo di Pioli (non si può negare) la squadra pareva rinata, specialmente di testa, ma proponeva anche un gioco in crescita. E, poi, appunto: in Serie A, in Italia, non si vincono un tot di partite di seguito solo “per caso”…

Si era tutti in attesa dell’estate e di quanto promesso da Suning. Si pensava ancora a un posticino in Champions League e, fosse andata male, si sarebbe giocato in “Coppa Uefa”, senza molti drammi, ma con una squadra notevolmente rinforzata. Tutto è precipitato a Crotone, mentre non ce la sentiamo di colpevolizzare la squadra per il pareggio nel derby… In fondo, otto minuti dopo il termine, l’Inter vinceva 2 a 1. Firenze, meriterebbe un discorso approfondito a parte. Sì, certo, anche Wanda Nara meriterebbe un discorso a parte (e nemmeno troppo approfondito…), ma cosa facciamo, ci mettiamo a “sparare sulla Croce Rossa”? Noi, proprio mentre scriviamo ci sentiamo di sposare in toto quanto scrive Fulvio Floridia su “Che Calcio che fa” e, speriamo, che un pochino vi faccia riflettere. P.A.

“Colpa di Suning. Ora pro nobis.

Colpa della Società. Ora pro nobis.

Colpa di Steven Zhang. Ora pro nobis.

Colpa del Fair Play Finanziario. Ora pro nobis.

Colpa dei Cinesi. Ora pro nobis.

Colpa di Moratti. Ora pro nobis.

Colpa di Thohir. Ora pro nobis.

Colpa di Ausilio. Ora pro nobis.

Colpa di Zanetti. Ora pro nobis.

Colpa di Gardini. Ora pro nobis.

Colpa di Kia Joorabchian. Ora pro nobis.

Colpa di Pirelli. Ora pro nobis.

Colpa di Pioli. Ora pro nobis.

Colpa dei giocatori. Ora pro nobis.

Colpa di Nagatomo. Ora pro nobis.

Colpa delle maglie. Ora pro nobis.

Colpa della Pinetina. Ora pro nobis.

Colpa del giardiniere della Pinetina… Ora pro nobis.

Sì, ci sono colpe e di tutti! Vince solo una, tutte le altre perdono. Perché invece di incolpare il mondo intero, una volta per tutte, non guardiamo a ciò che di positivo c’è attualmente ed è stato fatto nel recente. Si ricomincia freddamente da qui. Non si distrugge banalmente tutto e senza cognizione di causa per ricominciare daccapo ogni volta. Fin troppo ovvio e poco costruttivo incolpare società, tecnico o giocatori e tanto altro… Altrimenti “chiudiamo” la società Inter. È questo che vogliamo?

ORA PRO NOBIS!” F.F.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it