Ultime due partite. In alto le bandiere, comunque vada

Il Direttore In Primo Piano Nerazzurri

Non fu poi così male partecipare alla Coppa Uefa in quegli anni, sia sino alla Finale (persa ai rigori) di San Siro nel 1997, sia a Parigi, trionfando contro la Lazio, nel 1999. Chiedetelo a chi c’era. Chiedetelo al Presidente Massimo Moratti: fu il suo primo trofeo vinto, proprio nell’anno della vergogna dell’arbitro Ceccarini e Juventus. Chiedetelo ai giocatori: a Zanetti, a Ronaldo, a Bergomi, a Zamorano… Chiedetelo ai tifosi. Fu bellissimo, emozionante. La raccontammo nel nostro primo sull’Inter (nel 2004) quell’avventura di Parigi, al Parco dei Principi, momento per momento: la notte intera per acquistare il biglietto, il viaggio, la partita, il trionfo, il ritorno a Milano. Quella volta il casellante non volle i soldi, ma ci chiese se potevamo pagargli il pedaggio con la sciarpa di Ronaldo… Fu una gioia incredibile. Poi, a Milano, dalla panettiera, che ci festeggiava come se avessimo giocato anche noi. Poi nel negozio Football Team a comprare le magliette dei protagonisti. E ancora: in edicola a comprare tutti i giornali.

Sono le ultime due partite di questo Campionato 2017/2018. Non vogliamo nemmeno pensare che sabato sera al “Meazza”, contro il Sassuolo, vi possa essere un risultato differente dalla vittoria. Poi a Roma, contro i nostri “cugini” veri. Amici, veri: la Lazio. Tra noi le sfide sono sempre state leali. Leali, ma dolorose pe uno dei due. Quel giorno a Parigi era il 6 Maggio del 1998, fu doloroso per loro. Ci applaudirono alla fine e cantarono: “Senza rubare! Vincete senza rubare!”.

Non dimentichiamo quei momenti. Chi non c’era li studi. Dovesse accadere che non si riesca a raggiungere il nostro obiettivo stagionale: la qualificazione in Champions League, iniziamo subito a tifare Inter, come il giorno prima, come sempre e per sempre! Amala!

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it