Gli occhi di Roberto Mancini

Together Inter Milano

Basterebbe guardarlo bene negli occhi, Roberto Mancini, per capire che è una persona seria, diversa dalle molte che affollano inutilmente il mondo del Calcio. Alla prima giornata di Campionato ha vinto, gli altri hanno perso. Certo “gli inutili” diranno: «Eh, ma ha vinto al 93’…». Già, proprio così, ma ha vinto e, non sappiamo se lo abbiamo già detto: gli altri hanno perso.

Avrebbe potuto “sbrodolare”, ma non lo ha fatto, anzi, con la sua consueta pazienza ed eleganza ha spiegato ancora (perché qualcuno proprio non ce la fa e gli ha posto le solite domande…) che nelle partite amichevoli prima del Campionato il risultato non conta. Ahimè ma quanto andranno avanti con con questa domanda?!

«Non contano niente.», ha ribadito Mancini: «Le amichevoli in fase di preparazione servono solo per migliorare la condizione fisica, per studiare le situazioni di gioco e per arrivare pronti alla prima gara ufficiale. A me non piace perdere neanche in allenamento, ma dopo quattordici giorni dall’altra parte del mondo con sfide contro squadre di livello, ci sta che possano arrivare dei risultati negativi.».

Poi, il commento su Inter-Atalanta: «Non era semplice perché l’Atalanta è una squadra organizzata, che difende bene, con tutti gli uomini nella propria metà campo. Mi è piaciuto l’atteggiamento dei ragazzi, la voglia di concedere poco e di crederci fino alla fine. Le partite durano 95 minuti, meritavamo di vincere. Abbiamo fatto il 70% di possesso palla e 21 tiri in porta. Ci saranno tante partite così, dobbiamo essere bravi a sbloccarle prima ma all’inizio della stagione è normale incontrare delle difficoltà. Miglioreremo di partita in partita.».

Il Campionato è lungo e difficile, ma Roberto Mancini resta sempre unico: competente, educato, paziente ed elegante.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it