Ciao Mister. Nemmeno noi ti dimenticheremo – Di Maurizio Ceccarelli

In Primo Piano Nerazzurri

Dopo quattro anni e sei trofei conquistati (uno Scudetto, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane) le strade di Simone Inzaghi e dell’Inter si separano.

Di comune accordo, così, almeno, si legge nel comunicato della società.

La cifra offerta dall’Al Hilal di oltre 50 milioni di Euro in due anni è roba da far tremare i polsi ed è inutile negarlo, i soldi sono importanti e alla fine fanno la differenza.

La pesantissima sconfitta contro il Psg, ha certamente avuto il suo peso, ma non è da escludere che il tecnico avesse preso da tempo questa decisione: concludere qui la sua esperienza in neroazzurro.

E arrivato ereditando una squadra che aveva appena vinto lo Scudetto, con  Antonio Conte, ma che il tecnico leccese, dopo alcune cessioni eccellenti, non si riteneva in grado di giocare per i massimi obbiettivi.

Invece Inzaghi, ha fatto di necessità virtù e in quattro anni, con un mercato fatto di parametri zero, non solo ha conquistato sei trofei, ma ha portato la squadra a giocarsi per ben due volte la possibilità di salire sul tetto d’Europa, al contrario del tecnico del Napoli (fuori dalla Coppa Italia per puntare solo al Campionato). Inzaghi, non mollando nulla è arrivando in fondo a tutte le competizioni a cui ha partecipato.

Vero. Alla fine di questa Stagione nessun trofeo è approdato in via della Liberazione, ma il percorso fatto in Champions League ha dato all’Inter prestigio internazionale e permesso alle casse societarie introiti importanti.

Sono stati quattro anni bellissimi, quelli vissuti da Inzaghi sulla panchina neroazzurra, vincenti, con un gioco di grande livello, e un rapporto forte con società e tifosi. Oggi salutiamo con grande affetto e riconoscenza uno degli allenatori più vincenti della storia dell’F.C. Internazionale Milano. Una persona perbene che gli interisti porteranno sempre nel loro cuore.

Ciao Mister Inzaghi, Buona Fortuna, nemmeno noi ti dimenticheremo.

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it