Perché noi siamo noi… e voi?

Fuori Campo

Non sappiamo cosa spinga certi personaggi (difficili da definire persone) a compiere opere come quella accaduta ieri sera nei nostri confronti. Qualcuno si è prima “impossessato” della password della mail del sottoscritto, poi, è entrato nel nostro sito e, piano piano, uno per uno, ha cancellato tutto quanto era stato pubblicato. Tutto il nostro lavoro di oltre due anni. Per nostra forma mentis crediamo che il Male esista e, anche se San Giovanni Paolo II ha promesso che non ha avrà l’ultima parola nelle faccende della Terra, questi agisce e si presenta sotto differenti forme, anche sottili, anche attraverso quegli atteggiamenti quotidiani che normalmente siamo abituati a giustificare: “Ma sì, dai, cosa vuoi che sia…”.

Invece, no.

Tutti i tipi di male vanno stroncati.

Da chi eccede in certi atteggiamenti (ricordo un Editore che urlava con la segretaria…) a chi “tocca” la macchina dell’altro in parcheggio e non lascia il bigliettino; da chi alza la voce troppo spesso a chi, invece, la tiene bassa ma dice cose terribili o anche soltanto stupide. Certo, lo sappiamo, ci sono problemi assai più gravi, ma il problema sta proprio nel ripulire il terreno sul quale questi stessi problemi (gravi) affondano le radici, crescono, si mimetizzano.

Quello che è accaduto a noi, è evidente, può essere solo il “lavoro” di chi pensa di vivere nell’impunità più assoluta. Quante volte abbiamo sentito pronunziare la frase: “Denunciami pure…”? Ecco, in una società come quella che vorremmo noi un frase così non dovrebbe mai essere pronunciata, perché non significa “denunciami pure, perché io sono tranquillo con la mia coscienza”, ma significa: “Denunciami pure, perché tanto non mi accadrà nulla”.

Chi era presente ieri sera quando assistevamo impotenti agli articoli che scomparivano uno dopo l’altro sa quale fosse il nostro stato d’animo. Ci siamo stupiti anche noi: nemmeno un’imprecazione, nemmeno una parolaccia, nemmeno un piccolo gesto di nervoso. Forse (anche se il significato in questo caso è diverso) abbiamo ripensato a quella famosa frase del Marchese del Grillo che Marco Materazzi portava sulla maglietta. Inutile ripeterla, in cuor suo chi ha compiuto questi gesti sa chi è e sa quanto vale…

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it