La Nazionale Italiana ha giocato a Bari, contro la Francia. Una partita amichevole ma dal significato importante: è la squadra che ci ha sottratto il Campionato Europeo che stavamo già pregustando nel 2000, è la squadra che ha giocato contro di noi a Berlino la Finale dei Mondiali del 2006, trionfali per gli Azzurri. Sono “prove generali” serie, prima delle partite valide per i Mondiali del 2018. Hanno vinto loro, 1 a 3, peccato… All’inizio, inni nazionali, il minuto di silenzio per le vittime del terremoto, poi, le parole del Capitano: Gigi Buffon. Per molti, però, il pensiero si volge altrove: a Leonardo Bonucci, che non era in campo, non per scelta tecnica di Ventura, non perché infortunato. Bonucci era vicino a suo figlio Matteo.
Domandandosi e rispondendosi sul perché si ammali un bambino, certo non è seria la risposta semplicistica: “Questa è la vita…”. Appare subito un controsenso. Ma, purtroppo, è l’unica risposta che c’è.
Ricordiamo Armando Picchi, il grande Capitano dell’Inter di Angiolino Moratti e di Helenio Herrera. Si ammalò gravemente non ancora trentasettenne e capì che era giunta la sua ora. Giustificò il tutto col fatto che la vita gli aveva dato tanto, e in fretta, ora era giusto che si prendesse qualcosa in cambio. No Armando, sbagliavi. Non può essere così.
Ricordiamo il nostro pensiero semplice, pubblicato nel 2004 sul nostro primo libro sull’Inter: “Vade retro Satana – Storie dei una vita nerazzurra”. Scrivevamo così: “Io vedo il mondo un po’ come una grande sfera di cristallo piena di acqua pura, limpida e cristallina. Se qualcuno vi versa del liquido colorato l’acqua perde la sua trasparenza: ne basta poco per insozzare tutta l’acqua. Al contrario, c’è bisogno di molta acqua per tornare allo stato originario di purezza. Pregare assiduamente, soprattutto per il bene degli altri, vuol dire versare continuamente acqua trasparente.”.
Ora, quindi, secondo il nostro pensiero, è il momento di fare qualcosa di concreto. Lo sappiamo che molti ci prendono in giro per il nostro credere nella forza e nella concretezza della preghiera. Anche alcuni credenti (stranamente) non lo considerano un gesto così concreto come qualsiasi altra azione… ma, per favore, state per una volta dalla “nostra parte”.
Magari – come secondo il pensiero di altri – le preghiere non servono a nulla, ma provate a immaginare si fosse, invece, come crediamo noi. Quale forza. Provate a pensare a Gesù se sentisse arrivare anche le vostre preghiere. Proviamoci insieme, una piccola preghiera per il piccolo Matteo Bonucci.