Battere la Juve, motivo d’orgoglio

Together Inter Milano

Battere la Juve, motivo d’orgoglio – Diremo anche noi delle banalità: battere la Juventus è importante, perché quando si vince contro uno squadra che sta davanti i tre punti che conquisti li togli a loro… In pratica: vinci, conquisti 3 punti, ma è come se fossero 6. Diremo qualcosa che tutti i tifosi e gli appassionati di Calcio sanno: vincere contro i bianconeri è importante perché, in verità, non si sono ancora placate le animosità degli Anni Novanta. Sono quasi vent’anni… Riteniamo che le responsabilità siano più juventine che interiste, perché se Giustizie sportive (e non) hanno stabilito quanto hanno stabilito, l’atteggiamento avuto dalla società di Torino in questi anni anni è stato poco opportuno. E ci limitiamo nel descriverlo così. Basterebbe rileggere i giornali del 2006 (o avere un minimo di memoria storica) per quanto riguarda l’assegnazione dello scudetto a tavolino l’Inter ha poca “responsabilità”. Chi lo chiese subito, e a gran voce, fu Silvio Berlusconi. Poi: “Chi la fa l’aspetti”, emerse che anche i rossoneri dovevano chiarire parte del loro agire e, così, lo scudetto arrivò a Milano, sulla sponda giusta del Naviglio. A Torino – questo appare ai più obiettivi – avrebbero dovuto essere già soddisfatti che gli scudetti tolti loro siano stati solo due. Altro che reclamare, offendere, schernire e ostentare…

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Uno giorno, eravamo a una festa di un Inter Club (prima del 2006), ci intrattenevamo con il Capitano, Javier Zanetti, e vi garantiamo la sua sincerità nell’esprimere tutto il suo rammarico per le situazioni di quegli anni. Continuava a ripetere: “Io non capisco… Io non capisco come sia possibile.” e si riferiva all’atteggiamento degli arbitri, ma anche a quello dei giornalisti nel non riferire cronache obiettive. Poi, venne il giorno in cui, proprio in una trasmissione televisiva delle più “lecchine” nei confronti di Juventus e Milan, Moggi fece un’osservazione a Roberto Mancini. L’allenatore dell’Inter fece un sorrisino e rispose che sarebbe stato meglio che Moggi si interessasse di più delle sue faccende che di quelle dell’Inter. Al di là dell’atteggiamento del Dirigente bianconero in quel momento la verità è che gli tremò il culo. Il resto è storia (che si voglia o no) e, tolto il marcio, la situazione si riequilibrò. Solo De Rossi (della Roma) non lo capì. Ma  d’altronde…

Ora si va a Torino e domenica sera si giocherà una sfida importante. Lì sono esposti anche gli scudetti revocati (del 2005 e del 2006). Non sui vessilli dei tifosi, cosa che si potrebbe anche concepire (o almeno tollerare), ma fissati sugli spalti, impunemente, da quando lo stadio è stato costruito. I materiali usati per la copertura servono a moltiplicare il suono, quindi, laddove a un coro partecipano 5000 persone l’incitamento risulta di 10.000. È una bella cosa? Non lo è? Loro dicono che è stato fatto per dare “più calore”, ma noi sembra l’ennesima cosa che fa parte di questo mondo moderno: una falsità. Loro sono forti. Davvero forti. Ma credeteci: è come quella volta di Moggi… Gli trema.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it