Inter-Bologna del 1964, da leggere anche tra le righe

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Bologna-Inter del 1964. Provate a leggere anche tra le righe… quello che segue è un interessante capitolo storico tratto da “Vade retro SatanaStorie di una vita neroazzurra”, primo libro sull’Inter del nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, pubblicato nel 2014 da Proedi Comunicazione s.r.l. – via Ezio Biondi, 1 – 20154 – Milano.

Con la cavalleria e la lealtà di sempre

1964

Con queste righe voglio rivolgermi a Ricky, a tutti i bambini e ai ragazzi che tengono all’Inter, ma anche a un uomo con il cuore da bambino: il Presidente Massimo Moratti.

Sono molti gli scudetti persi per un soffio dalla nostra squadra. A volte per circostanze tristi e altre, non solo di recente, in situazioni poco chiare. Ora, non importa sapere se in queste occasioni si sia verificato o meno qualcosa di illecito che ha favorito altri colori. Ciò che è importante, invece, è la consapevolezza di non avere macchie nel proprio presente e nel proprio passato. Oggi io sarei contento se venisse annullato lo scudetto del Campionato 1997/98 rubato dalla Juventus e dagli arbitri suoi alleati. Proverò anche a fare qualcosa perché ciò avvenga ufficialmente, sarebbe un atto di giustizia; però non vorrei mai che quello scudetto venisse assegnato all’Inter. Campionato annullato per irregolarità (perché irregolare è stato): ma se non lo ha vinto chi è arrivato primo non lo ha vinto nemmeno chi è arrivato secondo. Questa è la giustizia in cui credo io. Gli scudetti cuciti sulle maglie neroazzurre non hanno sbavature di alcun genere, quelli su altre maglie sì.

Negli anni in cui l’Internazionale iniziava il suo cammino per diventare la squadra più forte del mondo vi fu un episodio che divise il nostro Paese. L’Inter era Campione d’Italia in carica e stava già dominando in Europa dove, a fine stagione, avrebbe conquistato la sua prima Coppa dei Campioni contro la regina delle squadre: il Real Madrid di Puskas e Di Stefano. Le squadre più accreditate per contrastare l’Inter nella lotta per la conquista dello scudetto erano la selezione rossonera di Milano e il Bologna. Il 2 febbraio l’Inter pareggia zero a zero sul proprio campo con il Vicenza. Il Bologna annienta il Toro in casa per 4 a 1. Un mese dopo, però, cinque giocatori rossoblù vengono accusati di avere utilizzato sostanze illecite. In un clima particolarmente teso si arriva a giocare Bologna-Inter. Viene anche architettata una ridicola ipotesi che le due squadre di Milano abbiano teso una trappola al Bologna con questo caso doping. Ipotesi assurda se solo si pensa, pur senza il “senno di poi”, al valore tecnico sportivo dell’Inter di quegli anni e soprattutto al fatto che alla formulazione dell’accusa nei confronti del Bologna l’Inter aveva un distacco di 6 punti, quindi un interesse molto relativo.

Comunque, Bologna e Internazionale, dopo aver pareggiato 0 a 0 nella partita di andata a Milano, si trovano ora a doversi confrontare sul campo dei rossoblù in questo tesissimo clima da “giallo”. Il Bologna, infatti, è stato penalizzato di tre punti, ma i cinque giocatori imputati (Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti), nel tentativo di scimmiottare una decisione che appaia salomonica, sono stati assolti. Ed ecco come i tifosi dell’Inter, in perfetto stile della società, arrivano a Bologna. La partita si gioca il 29 marzo, domenica di Pasqua. Nella giornata di sabato viene distribuito un volantino dal titolo Inter Club. Come sottotestata appare: “Organo ufficiale dei tifosi neroazzurri”. Il volantino recita: “Amici bolognesi! Domani è Pasqua: la cosiddetta ‘Pasqua di sangue’. L’Inter scende allo stadio di Bologna decisa a difendere lo scudetto sul campo, come ha sempre fatto, e non per comodi verdetti a tavolino. I tifosi neroazzurri la seguono in massa per sostenerla nella sua durissima fatica sportiva, sicuri che i tifosi bolognesi sapranno accogliere gli ospiti con la cavalleria e la lealtà di sempre, che le amare vicende di questi giorni non possono avere offuscato. Sportivi bolognesi! Il verdetto della Lega è stato duro. I tifosi neroazzurri, che hanno ammirato il bel gioco in questo campionato della vostra squadra, vi sono vicini con il cuore e comprendono la vostra grande amarezza. Il Bologna però è sempre vivo e ha ancora intatte tutte le sue possibilità. Domani allo stadio 22 atleti si batteranno allo spasimo. Noi interisti e voi bolognesi saremo lì a incitarli non per trasformare l’incontro in una rissa, ma per esaltare lo sport calcistico. Buona Pasqua a tutti gli sportivi e ai giocatori rossoblù. I 50mila soci degli Inter Club. W l’Inter, W il Bologna”.

La supremazia sul campo è dei neroazzurri. L’Inter impone il proprio gioco e finisce 2-1. I tifosi del Bologna applaudono, proprio “con la cavalleria e la lealtà di sempre”.

Da quel momento in poi, il Bologna, forse effettivamente provato da tanto subbuglio, viene un po’ aiutato a livello arbitrale. Ma il vero pasticcio avviene tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Secondo il regolamento il Bologna non avrebbe potuto muoversi legalmente rivolgendosi alla magistratura ordinaria. Ciò per la clausola compromissoria che stabilisce di sottostare alle leggi sportive. Lo fanno quindi tre avvocati di Bologna che sostengono che i flaconi sono stati manomessi. Non si capisce bene per conto di chi agiscano questi avvocati. Il Bologna, abilmente, se ne lava le mani. Di fatto non viene individuato alcun colpevole o mandante della manomissione, però una specie di “controanalisi” scagiona il Bologna. Magistratura batte Giustizia sportiva 2-0. La Caf decide che il Bologna “non è punibile”. Vengono restituiti i tre punti, a tre giornate dalla fine. Vista la particolare situazione molti propongono di annullare il Campionato, ma, invece, si arriva a giocare lo spareggio nella capitale. A Roma il Bologna gioca bene e vince. L’Inter ha appena conquistato la sua prima Coppa dei Campioni contro una squadra di nome Real Madrid. Sono passati solo undici giorni e si è giocato a Vienna dove il clima è fresco. I giocatori dell’Internazionale al termine della partita non hanno dubbi. Il Capitano Armando Picchi dichiara: “… per noi il vero campionato è finito alla trentaquattresima giornata. […] Ce l’hanno portato via tutte le circostanze che sapete, tutto un complesso di cose [l’Inter è stata] derubata”. Giacinto Facchetti, che ha deviato un tiro finito in rete, dichiara: “Così ho collaborato con voi tutti a far vincere lo scudetto al Bologna. Dico con voi della stampa, con gli arbitri, con tutti. Evidentemente devo avere avuto anch’io delle istruzioni da qualcuno per far vincere lo scudetto al Bologna”.

Ci aggiunge un po’ del suo spirito l’avvocato Peppino Prisco con una di quelle battute che in fondo sdrammatizzano tutto. L’anno seguente il Bologna finisce il campionato a venti punti dall’Inter e viene eliminato dalla Coppa dei Campioni al primo turno. Non sono previsti i calci di rigore, c’è il “sorteggio”: si lancia in aria una moneta e ci si gioca la qualificazione a testa o croce. Il Bologna perde. L’avvocato Prisco dichiara: “Nanca bun de giugà a testa o crus…”.

Non credo vi siano dubbi su quale sia la “grande” squadra degli anni Sessanta e non vi devono essere dubbi neppure sul valore dell’Inter in altri momenti della sua storia. Io sono orgoglioso di essere neroazzurro anche per “sconfitte” come questa.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it