Mario Balotelli e il grande fiume della vita

Calcio

Non è un mistero (ma solo per gli “uomini di pensiero”) il fatto che un’analisi di qualcosa o il giudizio su una persona sia (o possa essere) “viziato” da una serie di elementi dai quali, in qualche modo, non si può prescindere. Per il tifoso interista il lancio della maglia da parte di Mario Balotelli (avvenuto alla fine di Inter-Barcellona, Semifinale di Champions League 2009/2010) è qualcosa da ricondurre alla voce “oltraggio”, quindi, cosa grave, gravissima se non si tratti di un tifoso qualsiasi ma di un Ultrà. Nulla da obiettare: l’oltraggio è una grave offesa e non importa se in verità è stato solo un gesto irriflessivo, cioè, ha gettato quello che aveva in mano, senza pensare che era una delle maglie più gloriose del mondo: la sua maglia, la maglia dell’Inter.

Nulla da obiettare, però, anche sul fatto che i tifosi di San Siro (quelli di parte nerazzurra) abbiano il giudizio e il fischio un po’ troppo facili. Giudizio facile e incopetente. Fischio inutile e irriverente. Non quelli che vanno in Curva Nord, naturalmente, tifosi ai quali va riconosciuto un impegno fuori dal comune e una pazienza che dimostra un vero amore per i colori nerazzurri.

Un altro elemento che dovrebbe essere considerato è che molti dei discorsi vengono fatti (non solo nei bar, ma anche e soprattutto in televisione) da persone che “non sanno”. Parlare senza sapere è uno dei peggiori orrori del mondo moderno e parlare conoscendo varia a seconda della conoscenza stessa, che può essere più o meno profonda (e approfondita).

Ora, però, a noi interessa esprimere la nostra opinione sul giocatore, sul ragazzo e sul sistema, consci che non otterremo apprezzamenti favorevoli, ma per quanto ci riguarda di questo ne siamo lieti.

Che Balotelli abbia commesso degli errori è innegabile, ma l’eccesso di pressione e di critica che ha subito (secondo noi esagerato e sconsiderato) fa parte di quel sistema mediatico becero al quale non ci stancheremo mai di opporci. Ci conforta il leggere Luigi Garlando su “La Gazzetta dello Sport” (di lunedì, 24 Agosto 2015). Il suo scritto è a pagina 29… tra le “opinioni”, mentre dovrebbe, secondo noi, essere in prima pagina. Egli racconta che, all’inizio di Luglio, Balotelli ha perso il padre adottivo, Franco Balotelli, e di come Mario sia spesso al cimitero a chiacchierare sulla tomba del papà al quale era molto legato. Garlando racconta che di questo lutto Mario non riesce ancora a parlarne con mamma Silvia. Balotelli alla fine di ogni partita chiamava il suo papà che non gli risparmiava “ramanzine”. Lui gli chiedeva di andarlo a vedere, ma papà Franco gli rispondeva che sarebbe andato solo quando lui si sarebbe comportato bene.

Lo abbiamo visto tante volte piangere Mario Balotelli.

Questo ragazzo (e quando era all’Inter era davvero un ragazzo) ha una sensibilità rara. Certo il suo modo di porsi sembra sempre sfrontato, a volte ottuso, ma la risposta è semplice e rispondiamo col modo di dire dei ragazzi di oggi: non ci sta dentro. Balotelli non ci sta dentro a sentire coglionate, quindi, quando nelle interviste attaccano la solita “tiritera” tiene lo sguardo basso, risponde male, sfida tutti…

Forse, quella volta della maglia rossonera che gli venne consegnata da Valerio Staffelli a Marzo 2010 (proprio nella delicata stagione in cui l’Inter inseguiva il “Triplete”) la rabbia doveva essere sfogata nei confronti dell’Inviato di “Striscia” e non nei confronti di Mario. Era una provocazione, una sfida a tutto il mondo nerazzurro: tifosi e società. La storia è lunga, ma molti tifosi interisti ci cascano sempre e da sempre.

Non entriamo nel merito degli episodi più conosciuti, troppo complicato in poche righe, ci piace ricordare solo quell’interviista a Mourinho che (ricordandolo ridendo) racconta un episodio che lui stesso definisce «divertente» in occasione Rubin Kazan-Inter (Champions League – 29 Settembre 2009): non c’erano attaccanti disponibili (erano tutti infortunati): «Ero davvero nei guai e Mario era l’unico attaccante. Mario prese un cartellino giallo al minuto 42-43». Nell’intervallo Mourinho passò (secondo il suo racconto) 14 minuti dei 15 disponibili dell’intervallo a parlare solo con Balotelli e a raccomandarsi: «Mario non posso sostituirti, non ho cambi, non ho attaccanti in panchina… Non toccare nessuno. Gioca solo con il pallone. Quando perdiamo la palla: nessuna reazione. Se qualcuno ti provoca: nessuna reazione. Se l’arbitro fa un errore: nessuna reazione… Per favore Mario… ». Balotelli entrò in campo nel secondo tempo e al 46’ venne espulso…

Per quanto ci riguarda auguriamo a Mario Balotelli di disputare una buona stagione (escluse due partite, naturalmente, Inter-Milan e Milan-Inter, questo al fine di poterlo vedere ancora con la maglia azzurra della nostra Nazionale, perché, come ha scritto Luigi Garlando nell’articolo sopra citato: «…non esistono falliti a 25 anni» e «perché non scommettere su un ragazzo significa non credere nel futuro e perché, soprattutto, la vita scorre come un fiume, leviga le persone, le trasforma.».

Cerchiamo di arrivare agli Europei e se ci arriveremo facciamolo con un solo pensiero: VINCERE! Magari con un Balotelli trasformato dal grande fiume della vita. E questa sarà una grande vittoria non solo dello sport.

Il tabellino di Mario Balotelli all’Inter:

Satgione 2007/2008

Campionato: 11 presenze, 3 goal

Coppa Italia: 4 presenze, 4 goal

Vittorie: scudetto

 

Stagione 2008/2009

Campionato: 22 presenze, 8 goal

Coppa Italia: 2 presenze, 0 goal

Supercoppa Italiana: 1 presenza, 1 goal (+ 1 rigore)

Coppa dei Campioni: 6 presenze, 1 goal

Vittorie: scudetto, Supercoppa Italiana

 

Stagione 2009/2010

Campionato: 26 presenze, 9 goal

Coppa Italia: 5 presenze, 1 goal

Supercoppa Italiana: 1 presenza, 0 goal

Champions League: 8 presenze, 1 goal

Vittorie: scudetto, Coppa Italia, Champions League

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it