Godere per Mauro, esaltare Ivan, sostenere Marcelo – Andrebbe fatta una analisi più approfondita, dopo la secca vittoria di ieri sera contro l’Atalanta. Si pensi solo alle due autentiche “perle” del Capitano Icardi; si potrebbe scrivere un capitolo di un libro sul secondo colpo di testa (il 2 a 0 al 60’): lui la chiede lì, D’Ambrosio di sinistro la pennella proprio lì e lui, Maurito, la gira come solo il miglior Paolo Rossi sapeva fare. Icardi è forte e, ne siamo convinti, siamo ancora soltanto all’inizio. Dobbiamo abituarci a osservare i minimi particolari con questa Inter. Nell’abbraccio di Gagliardini a Icardi al termine dell’incontro c’è qualcosa che va oltre alla soddisfazione per la vittoria. C’è il grazie di tutti i compagni di squadra per esserci. C’è il grazie a quel ragazzo sovente in mari agitati, ma che chi conosce intimamente sa essere davvero un bravo ragazzo, un professionista serio e un giocatore di cuore. Quante volte eccede in altruismo in campo… Quante volte porta serenità in allenamento… Questa è una buona Inter e il pubblico lo ha capito. Certo, lo sappiamo, siamo l’Inter e a volte si deve soffrire non si nemmeno il perché: sembra davvero eredità genetica. Ma noi, interisti, parliamoci, cerchiamo di capire, cerchiamo di migliorare anche noi. Cerchiamo di raggiungere risultati insieme.
Ad esempio: abbiamo osservato Ivan Perišić? Se continua così può entrare nella lista dei migliori giocatori di tutti i tempi. La sua è l’età della piena maturità sportiva (per un calciatore), in campo è sereno, consapevole del suo “ruolo”, inteso non tatticamente, ma come uno dei “leader” della squadra nerazzurra. Inoltre, non “ostenta”, entra, fa il suo dovere, fa un pochino di più e il suo volto è sempre sereno. Lui è un giocatore dell’Inter, lo ha capito, ha capito il significato di questa appartenenza, non teme… Noi siamo l’Inter! Ricordate quella frase di Dino Buzzati che – in un nostro libro – dedicammo a Marco Materazzi:
“Ora se ne vanno… guardateli se ci riuscite. Non piangono, non maledicono, non disperano. Spalla a spalla si allontanano. Pallidi sì, ma senza tremito, con quel passo lieve e fermissimo che un tempo, si diceva, appartenesse ai guerrieri e agli eroi.”…
Noi vi riconosciamo Ivan, Mauro e gli altri. Così, come erano Javier Zanetti, Marco Materazzi e gli altri… Vi riconosciamo anche un ragazzo che secondo noi va sostenuto con convinzione e forza: Marcelo Brozović. E questo è un sogno che abbiamo sempre avuto: riunioni segrete tra il mister Luciano Spalletti e i Capi della Curva Nord: “Mi raccomando! Al 72’ lo metto dentro. Fate come disse Massimo Decimo Meridio all’inizio della battaglia nel film “Il Gladiatore”: Scatenate l’Inferno.
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