La radio: una compagna di vita – di Cristiano Marzorati

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Pochi ma buoni, anzi, ottimi. La presentazione del libro “LE VOCI DELLA DOMENICA – Storia romantica di novant’anni di sport alla radio” (BOLIS EDIZIONI – 253 pagine, Euro 18,00) si è rivelata un successo e mai come questa volta vale il detto secondo cui gli assenti hanno sempre torto.

Mentre fuori il cielo plumbeo annunciava i primi scrosci di pioggia gelida, all’interno della #SalumeriaDelloSport (in Piazza Napoli a Milano) il pubblico veniva rapito dalla gentile accoglienza dei proprietari e, soprattutto, dai ricordi dispensati a piene mani dell’Autore Roberto Pelucchi, cresciuto fin dai primi Anni Settanta a “pane e radio”. Con lui Massimo De Luca, nella duplice veste di memoria storica e artefice di quell’epopea iniziata da Mario Ferretti (cantore dell’“Uomo solo al comando” Fausto Coppi), proseguita da Nicolò Carosio (sovrano incontrastato delle radiocronache per quattro decenni) e portata definitivamente a compimento da “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Due ore volate via veloci in un’atmosfera serena, nella quale le distanze tra chi stava sotto e sopra al palco si sono annullate, dando vita a un vero e proprio raduno tra amici, desiderosi di rievocare le proprie esperienze e capire come esse abbiano trasformato il mondo della Comunicazione. Ecco allora riemergere dalla memoria e dallo sterminato archivio di oltre cinquemila “figurine sonore” di Pelucchi, come le ha definite il moderatore della serata Gino Cervi; autentici pezzi da collezione sotto forma di riproduzioni di autentiche radiocronache andate in onda quando alcuni di noi dovevano ancora nascere.

Brividi lungo la schiena ed emozione difficile da trattenere!

Protagoniste assolute dell’evento le voci di chi ha scritto la storia del Giornalismo sportivo radiofonico italiano.

Non solo: Massimo De Luca ha raccontato l’incredibile aneddoto che lo ha portato ad assistere in prima fila al riservato funerale della Principessa di Montecarlo Grace Kelly.
Non sono mancati nemmeno insegnamenti tecnici che solo gli addetti ai lavori possono cogliere e descrivere. Ecco quindi spiegata, non senza un pizzico di vena polemica, la differenza tra il “ritmo” presente nella radiocronaca a cura di Paolo Valenti (sì, proprio lui: il futuro e amatissimo presentatore di “90° minuto”!) dei mitici duecento metri vinti da Livio Berruti alle Olimpiadi romane del 1960, e la “concitazione” esasperata dei giornalisti contemporanei per i quali ogni passaggio in orizzontale al compagno più vicino rappresenta un “numero incredibile”… Tutto da ridere e da gustare il dialogo tra Sandro Ciotti e un collega, che evidentemente preso dall’emozione di intervenire in diretta su un simile “mostro sacro” lo chiama due volte con un altro nome, per poi appropriarsi addirittura della sua identità, e venire prontamente gelato dalla raccomandazione: “Per prima cosa cerchiamo di capire chi siamo”. Compagna di vita, dicevamo, ma anche di morte. Commozione allo stato puro, unita a una doverosa riflessione sul confine sottile tra dovere di cronaca e senso di responsabilità, quando Enrico Ameri annuncia dallo stadio Heysel di Bruxelles la notizia di “due morti ufficialmente accertati”, accettando l’accusa di non essere informato sulla reale portata della tragedia pur di non preoccupare le centinaia di famiglie dei tifosi italiani che avevano seguito la Juventus impegnata nell’ultimo atto della #CoppaDeiCampioni andato in scena il 29 maggio 1985.

Negli occhi e nella parole dei presenti, che al termine hanno attivamente partecipato al dibattito ponendo le loro domande e rievocando i loro ricordi, traspariva chiaramente la voglia di approfondire gli argomenti e continuare la piacevole chiacchierata. Purtroppo in questi casi il tempo è sempre tiranno. Ci rifaremo leggendo il libro, che vi consigliamo con tutto il cuore.

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