Stefano Pioli, non perdano questa occasione – Di Pierluigi Arcidiacono

Together Inter Milano

Stefano Pioli, che all’Inter non perdano questa occasione. E noi tifosi, non perdiamola… – La storia ci racconta che la “Grande Inter” degli Anni ’60 non solo vinse tutto in pochi anni e dominò il mondo, ma cambiò il Calcio. Sì, quell’Inter ha inventato tutto e tutto è stato copiato dalle altre squadre: l’organizzazione, il ruolo dell’allenatore, il gioco, il ruolo del manager, il tifo organizzato… Helenio Herrera, “Il Mago” (soprannome che probabilmente aveva inventato lui stesso), era un ottimo allenatore, severo e – per quei tempi – con “inediti” e moderni principi atletici e sportivi, oltre a essere un po’ psicologo. Gianni Invernizzi (chiamato più semplicemente “Robiolina”), subentrò al severo Heriberto Herrera (“HH2”) nel Campionato 1970/1971 e, con sistemi tutt’altro che autoritari, fu l’unico allenatore a vincere uno scudetto subentrando a un altro tecnico. Nella stagione seguente arrivò alla Finale di Coppa dei Campioni, che perse contro uno strapotente Ajax. La storia ci racconta ancora di due stupendi scudetti: quello dell’“Inter Operaia” di Eugenio Bersellini, un galantuomo severo, ma paterno ­– che riuscì anche a proteggere i suoi ragazzi dallo scandalo delle scommesse – e quello dell’“Inter dei Record” di Giovanni Trapattoni. Entrambi avevano un programma triennale e raggiunsero il traguardo con puntualità. Tre anni, per lavorare bene… Anche Ector Cuper aveva un programma triennale, ma già al primo anno arrivò in fondo al Campionato primo in classifica. Perse solo all’ultima giornata, in una strana partita a Roma, contro la Lazio. La stagione seguente uscì dalla Champions in Semifinale, battuto solo da quella stupida regola del goal che fatto fuori casa vale doppio. Così, in Finale, contro la Juve, ci andò il Milan (pareggiando in casa 0 a 0 e pareggiando in casa nerazzurra 1 a 1)… Je ne veux pas dire, je ne peux pas dire. Uno così, si tiene, perché prima o poi, per parafrasare un termine tipicamente calcistico o “cestistico”: la mette dentro.

Un discorso a parte merita Gigi Simoni, trionfatore in Coppa Uefa nel 1998, ma, nella stessa stagione, derubato dello scudetto, grazie ad alchimie chiare a tutto il mondo tranne che alle televisioni (Mediaset in testa). Nessuno si è mai scusato con lui, solo Il Presidente Massimo Moratti che lo esonerò nella stagione seguente, anziché supportarlo ed encomiarlo per ciò che aveva fatto e per quanto aveva subito. Col tempo Moratti capì il proprio errore e lo dichiarò pubblicamente. Disse, però, di non essere stato “condizionato” e questo non è vero. Lo fu eccome… Nel 2006, quando si scoprirono certi “altarini”, ancora nessuno porse le proprie scuse a Simoni.

Dunque… Si diceva, la nostra storia: Roberto Mancini, Mourinho, Rafael Benítez, Leonardo… Poi, ancora Mancini, Frank de Boer e ora Stefano Pioli. Pioli, che strano, sembra che sia qui a Milano da sempre. Un uomo in gamba, serio. Lavora sensatamente, lo ha fatto specialmente “sulla testa” di alcuni giocatori. I risultati li sta ottenendo (sappiamo che su Juventus-Inter e Inter-Roma qualcosa da dire ci sarebbe), però la stagione è ancora lunga. I giochi non sono per nulla “fatti”. Pioli prosegue nel proprio lavoro, ma c’è già qualcuno che cerca di seminare zizzania. Già qualcuno che parla di un suo eventuale successore a fine stagione. Strani certi articoli, quando un Mister è in crisi (come accaduto con Frank de Boer ) si fanno mille nomi, ma poi chi va sulla panchina dell’uomo esonerato non è quasi mai un nome citato da certi giornalisti espertoni…

Ma continuiamo… La storia, ancora, ci racconta che è sempre stato così. Il grande Capitano dell’Inter di Herrera, Armando Picchi, divenuto allenatore dei bianconeri (Campionato 1970/1971), aveva timore di essere “tagliato” già a inizio stagione: a lui non piaceva per nulla Haller, che, invece, era coccolato da tutta Torino. Ciò sarebbe potuto bastare. Il caso di Claudio Ranieri al Leicester City è un esempio lampante (e attuale) di certe logiche. Pensate un po’ che ridicolaggine. Gigi Simoni, questa è la verità, non piaceva alla Tribuna Rossa, altro che: “Fu una decisione mia. Non subii alcun condizionamento e nessuna pressione”…

Mancano 11 giornate. La Uefa Europa League e la Champions League sono lì, a un passo. Si possono prendere con forza. Si può scivolare indietro. Si possono prendere lottando giornata dopo giornata. L’Inter ha scontri diretti: si comincia con l’Atalanta a San Siro, poi, ci saranno il derby e la sfida con il Napoli in casa e la Lazio a Roma. Soprattutto, anche le squadre, che oggi sono rivali dirette dei nerazzurri, dovranno affrontarsi tra loro. Mancano Juventus-Milan e Napoli-Juventus… Manca Lazio-Napoli… Manca Roma-Atalanta… Manca Atalanta-Juventus… Mancano Milan-Roma e Roma-Juventus… Dobbiamo credere in questa Inter. Dobbiamo sostenere Stefano Pioli, ma, specialmente, dobbiamo sostenere l’idea che quest’uomo rimanga sulla panchina dell’Inter, qualunque sia il risultato finale. I giocatori nerazzurri non stanno tradendo le aspettative, ma anche le altre squadre stanno dimostrando di esserci. Giocano bene, lottano bene. Ed è belo così. Inter, NON MOLLARE MAI! Abbiamo trovato l’allenatore giusto per questa squadra, non perdiamo questa occasione!

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it