108 anni di Inter, unici al mondo!

Storia

Era il 1908 e insieme all’Inter nacque il suo simbolo, quelle lettere, Fcim, intrecciate tra loro e racchiuse tra i due cerchi uno azzurro e l’altro nero che per i veri tifosi nerazzurri hanno un significato profondo: sono un simbolo di appartenenza. In queste quattro lettere c’è la storia del Football Club Internazionale Milano, una storia che non è soltanto passione per lo sport e per il Calcio, ma per la vita.

Sarti_in_uscita_foto_notturna

Il simbolo dell’Inter nasce dalla forte emozione che il giovane Giorgio Muggiani, il suo fondatore, provava nel guardare il cielo. E non è forse questa una profonda verità? Quale spettacolo più bello ed emozionante si può osservare in ogni luogo del mondo? Gli capitò anche quella lontana notte del 9 Marzo 1908, il giorno della fondazione dell’Inter. La leggenda racconta che aveva finito i colori della sua tavolozza da pittore e gli erano rimasti soltanto il nero e l’azzurro; ma non è quanto accadde e forse quella voce fu il primo “attacco” a questo nuovo e straordinario sodalizio sportivo. La verità è che i colori dell’Internazionale sono davvero ispirati dal nero della notte e dall’azzurro del cielo e quello sfondo dorato è ispirato dalle stelle. La verità è che il simbolo dell’Inter è straordinariamente bello e sembra impossibile, oggi, che quel “logo” sia stato pensato e dipinto nel 1908.

Si intrecciano quasi ad amarsi quelle quattro lettere bianche. La “F” e la “C” di Foot-ball Club. La “I” di Internazionale e la “M” di Milano, si abbracciano. Non si possono separare e sono iscritte in uno sfondo d’oro zecchino il cui significato è in senso araldico molto importante. Tutto viene reso forte dai colori: i colori della nostra maglia. Due cerchi concentrici, uno nero e l’altro azzurro, racchiudono quelle lettere. L’Inter è qualcosa di nobile. L’Inter è qualcosa di impenetrabile.

L’oro zecchino dello sfondo si ritrova in quegli anni nell’Opera del pittore austriaco Gustav Klimt e forse non è un caso che se le lettere del simbolo dell’Inter si abbracciano, quasi amandosi tra loro, il quadro più famoso di questo straordinario artista sia “Il bacio” (e sia stato dipinto proprio tra il 1907 e il 1908). Ma il fondo aureo è caratteristico anche delle immagini bizantine che su questo colore rappresentavano le figure più nobili e ammirevoli. In un certo senso è vero: l’interista è e deve sentirsi nobile. È sempre stato così ed è questo uno dei motivi per i quali nacque per noi la definizione milanese “Bauscia”, che in Lombardia significava “darsi delle arie”.

Brozovic_Icardi_Palacio_abbraccio

Ma la nobiltà, anche sportiva, è qualcosa di diverso e non c’è bisogno di “darsi delle arie”. Chi è interista sa che per noi, come diceva il buon vecchio Vicepresidente Peppino Prisco: “C’è solo l’Inter”… Un vecchio inno nerazzurro degli Anni ’60 recitava in una strofa: “Anche nella sfortuna, brilla come una stella”. Ecco, l’Inter è fatta così: brilla. Sempre!

I ricordi recenti ci portano al 2008, anno in cui si festeggiò il Centenario della società, nello stadio di San Siro, il “Meazza”. Cento anni di vita nel quale si erano vissute imprese memorabili, dove i tifosi avevano sofferto e gioito in centinaia di sfide appassionanti. Si spensero le luci, un pianoforte iniziò a suonare e sul campo entrò Gianfelice Facchetti, il figlio del mitico Giacinto. Appena Gianfelice iniziò a parlare molti si commossero. In quegli applausi si intuiva bene che i battiti delle mani erano accompagnati dagli occhi umidi di molti tifosi:

“Hanno scelto per noi i colori del cielo e della notte. Sono passati cento anni e li ringraziamo ancora per aver fondato l’Internazionale Football club. Era la sera del 9 Marzo 1908. Erano poco più di quaranta. Oggi siamo milioni. Si radunarono nel cuore di Milano presso il ristorante “L’Orologio”. Erano ribelli e avevano un sogno: dare la possibilità a tutti, italiani e stranieri, di giocare a Calcio per la stessa bandiera: nerazzurra! Sono passati cento anni da quella sera. Cento anni di passione, di bellezza. Cento anni di attese, di fantasie. Cento anni di sfide, di vittorie e di orgoglio; di tantissimo orgoglio. Questa è la notte della memoria, è la notte del futuro; del filo che unisce i Campioni di ieri, di oggi e di domani. È la notte che sognavano in quel lontano 9 Marzo e che noi la regaliamo ai nostri bambini. È la notte di tutti gli interisti, piccoli e grandi, vicini e lontani. Per cento di questi giorni, per cento di queste emozioni. Per sempre: solo Inter!”

A questo punto il figlio di Facchetti doveva interrompersi; un po’ perché emozionato e un po’ perché il pubblico nerazzurro iniziava a cantare. Poi, Gianfelice concludeva:

“Con i colori del cielo e della notte, infinito amore, eterna squadra mia!”.

Armando_Picchi_Coppe

Giorgio Muggiani era un pittore di 21 anni. Quella sera si aggirava in piazza del Duomo, perché non gli andava proprio di andare a dormire. Guardava il cielo stellato e la luna piena come a Milano non si vedevano da molto tempo. Era emozionato, perché quella sera, il 9 Marzo 1908, ne era sicuro, lui e i suoi amici avevano scritto una pagina di storia.

Qualche mese prima, in autunno, si era molto arrabbiato con il Presidente di un Football Club milanese del quale era Segretario. Se ne era andato dalla Fiaschetteria Toscana di via Berchet (sede di quel club) urlando: “Voi resterete per sempre dei poveri diavoli! Io darò vita a un club internazionale”. Poi, aveva raggiunto suo fratello Arrigo nella villa dove abitavano e gli aveva detto: “Sai, questa sera ho rotto un po’ i piatti con quelli del Milan”. Il fratello Arrigo, saggiamente, gli rispose: “Era ora!”. Era il 1907.

Motivo del dissidio era stata la questione dei giocatori stranieri. Il Calcio era allora agli inizi e, anche se i giocatori non venivano ancora pagati, far giocare degli atleti stranieri significava trovargli almeno un lavoro e una casa. In pratica, nessuna squadra poteva permetterselo. Giorgio Muggiani, però, voleva costruire il futuro e per farlo non aveva dubbi: aveva bisogno di tutti. Così, alle 23.00 del 9 Marzo 1908, lui e un gruppo di amici si ritrovarono presso il ristorante “L’Orologio” a due passi dal Duomo. Tra questi c’erano anche i fratelli Hintermann e i fratelli Rietmann.

Nacque così il Foot-Ball Club Internazionale Milano e quella parola, internazionale, doveva essere considerata come aggettivo e, così, doveva chiaramente indicare che il club era aperto a tutte le nazionalità.

Era emozionato Giorgio Muggiani quando uscì dal ristorante e distrattamente, sul documento di fondazione, segnò come ora 11.30, anche se era già mezzanotte. Poi, si ritrovò solo, a guardare il cielo.

Nel 1908, appena nata, l’Internazionale era già davanti a tutti.

Mauro_Icardi

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it