Il primo derby: treno, salame e briscola

Storia

Milano, 12 Agosto 2015. Stazione Centrale, un “Freccia Rossa” pronto a partire, direzione Reggio Emilia, ospiti d’eccezione a bordo. Insieme, in treno. Hanno scelto di presentarsi così al derby del “Trofeo Tim” per quest’anno. Così come centosette anni fa, quando il derby era alla sua prima volta, quando non esisteva il “Freccia Rossa”, quando mamme e mogli avevano preparato il cestino con i panini, quando quegli uomini non sapevano ancora che stavano dando il via a qualcosa di grande.

Era il 18 Ottobre 1908 e un treno stava raggiungendo Chiasso. Il Novecento aveva da poco fatto il suo ingresso nella storia del mondo portando con sé l’idea di stare progredendo verso tempi migliori. Tra una briscola e un panino al salame i giocatori di Inter e Milan si preparavano ad affrontare il primo match della storia che li vedeva protagonisti insieme in campo, gli uni avversari degli altri. Giocare a Calcio non era un lavoro ma solo un modo per divertirsi un po’, in un’Italia dove ancora non tutti i bambini andavano a scuola e in pochi potevano permettersi di comperare e soprattutto saper leggere un giornale. Per questo solo alcuni avrebbero l’indomani letto le parole de “La Gazzetta dello Sport” che riassumeva così quanto accaduto durante la partita: “le contendenti svilupparono un gioco accanito con tutta la potenza dei loro mezzi”. Gioco accanito da parte dell’Inter e del Milan, saranno stati contenti gli spettatori che avevano pagato venti centesimi per assistere alla partita, eppure il primo derby fu solo un’amichevole. Si disputarono due tempi, da venticinque minuti ciascuno. Il risultato finale premiò i rossoneri che prevalsero sull’Inter per 2 a 1.

Iniziò quasi per gioco la stracittadina calcistica di cui ancora oggi i milanesi non possono fare a meno, il “Derby della Madonnina” che non fa dormire i tifosi nerazzurri e quelli rossoneri la sera prima e la sera dopo. Iniziò così la gloria di una partita che sarebbe stata da lì in poi per sempre magica, per sempre grande.

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it