Il VAR non va messo in discussione; la squadra ha gli attributi e altre considerazioni… – Di Nicola Amoretti

Calcio In Campo In Primo Piano

Nonostante la folle decisione presa dall’arbitro Abisso, l’utilità del VAR non può e non dev’essere messa in discussione. Proprio nella partita di domenica sera, se non ci fosse stato il VAR non si sarebbe potuto annullare il goal di Biraghi, considerato poi irregolare per un fallo precedente di Muriel su D’Ambrosio.

Sempre ieri sera, non si sarebbe potuto assegnare il rigore per l’Inter per fallo di mano di Gerson. Insomma, per motivi di spazio e di tempo sarebbe impossibile elencare tutti gli episodi in cui è stato più che utile, ma è palese che il bilancio sia positivo. Sono sicuramente pochissimi gli oppositori, coloro che non sono favorevoli all’utilizzo di questo sistema; forse perché “uccide i tempi di gioco”, o forse perché la prima decisione dell’arbitro, presa più per istinto che per logica, debba essere considerata sacrosanta, o altre follie di questo tipo.

Il mondo avanza, la tecnologia incombe in ogni ambito delle nostre vite e il VAR dev’essere protetto, migliorato e confermato (non è un caso se è stato implementato nei Mondiali in Russia, dagli Ottavi di Finale di Champions League di quest’anno e dalla prossima stagione di Premier League). Il problema sorge quando il direttore di gara guarda ogni tipo di replay possibile, si prende – giustamente – tutto il tempo per decidere, finendo col decretare un rigore oggettivamente inesistente. Non si trattava di opinioni, poiché tutti – giornalisti, tifosi di altre squadre, opinionisti – concordano sul fatto che non fosse rigore. Ma che si può fare? Dubitare della fede dell’arbitro e/o del “Sistema Calcio italiano”? Mettere in dubbio il VAR, spostandosi dalla parte degli oppositori? No, niente di tutto questo. Si deve accettare, a malincuore e con rabbia, una decisione ingiusta. Si deve riproporre sul campo in maniera corretta la voglia di reagire, di non farsi affossare, la voglia di dire: “Io non ci sto!”.

Parlando della partita, tutti sappiamo che a Firenze è sempre difficile portare a casa dei punti, oltre a qualche bella foto della cattedrale di Santa Maria del Fiore, di Ponte Vecchio e qualche Lampredotto nello stomaco.
L’inter ci è riuscita, rischiando di fare bottino pieno (non sappiamo ancora se considerarla vittoria o sconfitta morale). I nerazzurri hanno dimostrato qualità e personalità, due fattori importantissimi che solo tre settimane fa sembravano persi, irrecuperabili. In ogni caso, il filotto di quattro vittorie consecutive e il pareggio di ieri hanno riportato fiducia e sì, indubbiamente, le inseguitrici stanno mettendo una pressione non indifferente.

Ora l’Inter ha un distacco minimo e la situazione di Icardi è ancora un’incognita, un variegato di una delle più scadenti telenovelas in seconda serata e di un litigio tra adolescenti. Il sorteggio degli Ottavi di Finale di Europa League non è stato dei peggiori, ma c’è da stare attenti: i tedeschi dell’Eintracht sono forti, rognosi e da non sottovalutare.
Insomma, la squadra di Spalletti è in continuo esame con sé stessa.

(La fotografia in apertura di servizio di Marcelo Brozović è di Mattia Ozbot)

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Nicola Amoretti
Nicola Amoretti
Nicola Amoretti è nato in Toscana, ad Arezzo, il 4 Gennaio 1998, proprio nel giorno in cui a San Siro si giocava Inter-Juve e Ronaldo, dopo una lunga corsa sulla destra (sfuggito anche a un tentativo di fallo) serviva a Youri Djorkaeff il pallone della vittoria. Amoretti vive a Milano dai primi Anni 2000. Attualmente studente, è appassionato di Calcio e dell’Inter, ama il Calcio inglese e si interessa anche di altri sport, specialmente: Pallacanestro e Tennis. Gioca nella Macallesi, società di periferia di Milano (squadra dove ha giocato Walter Zenga dal 1969 al 1971). Le sue passioni sono: Giornalismo, Lettura e Musica.