Intervista a Giampiero Marini: il ricordo di Anastasi e l’Inter di oggi – Di Maurizio Ceccarelli

In Primo Piano Nerazzurri

Domenica, ora di pranzo, l’Inter ospita il Cagliari a San Siro. Gli auspici sono quelli di ripetere una prestazione simile a quella di Coppa Italia. L’Inter, in attesa di una eventuale ultima “zampata” sul mercato nelle ultime ore di Calciomercato e dopo il bis di pareggi nelle ultime due giornate (con Atalanta e Lecce), ha bisogno una boccata di ossigeno. La Juventus va a Napoli, potrebbe essere una buona occasione… LUKAKU SUONA LA CARICA!

L’INTERVISTA:

Giampiero Marini ha vestito la maglia dell’Inter per undici stagioni consecutive: dal 1975 al 1986, vincendo uno scudetto, due Coppe Italia e, da tecnico (sempre con i nerazzurri) una Coppa Uefa, subentrando a Osvaldo Bagnoli. Con la Nazionale Italiana ha conquistato il Titolo Mondiale nel 1982 in Spagna.


Marini, ci ha da poco lasciato Pietro Anastasi, Campione in campo e fuori. E stato suo compagno all’Inter dal ’75 al ’77. Qual è il primo ricordo che le viene in mente?

“Era un ragazzo buono, umile e disponibile con tutti, oltre a un grande giocatore, io ne ho un ottimo ricordo. Negli anni passati all’Inter ho apprezzato di lui le grandi doti umane, di una persona sempre pronta ad aiutarti”.

Non furono anni facili quelli di “Pietruzzu” in neroazzurro: sette goal in 46 partite di Campionato e una Coppa Italia vinta, al contrario di Boninsegna che, nel frattempo, era approdato sulla sponda bianconera, portandosi a casa due Scudetti e una Coppa Uefa (primo storico trofeo internazionale per la Juve).

“Forse come numero di goal i tifosi si aspettavano qualcosa di più, ma posso garantire che il suo apporto in campo fu molto importante e contribuì in modo determinante alla conquista della Coppa Italia. In lui c’era un po’ di amarezza, perché non si aspettava di lasciare la Juve dopo averci trascorso molti anni, vinto e segnato tanti goal. Lui si identificava come un simbolo per la Vecchia Signora, così come Bonimba lo era per l’Inter”.

E d’accordo con quanto detto da Claudio Gentile, che al funerale di Anastasi ha definito “vergognoso” l’atteggiamento della Federazione, rea, a suo giudizio, di non aver fatto osservare un minuto di raccoglimento su tutti i campi della Serie A?

“Assolutamente sì, Pietro meritava di essere ricordato da tutte le squadre, non solo da Juve e Inter. Era doveroso nei riguardi di un grande Campione. Bastava un po’ di sensibilità”.

Che idea si è fatto dell’Inter attuale?

“Sono arrivati giocatori di qualità come Barella, Sensi, e Lukaku che, uniti agli altri, formano una squadra sicuramente affidabile e di grande prospettiva. Soprattutto Barella e Sensi possono essere due giocatori in grado di rappresentare questi colori per molti anni. Forse manca ancora qualcosa per essere al livello della Juve, ma sicuramente la strada intrapresa dalla società è quella giusta”.

A proposito di società, a lei che ha avuto nella sua carriera Presidenti di grande personalità e innamorati dell’Inter come Fraizzoli e Pellegrini, che effetto le fa vedere la famiglia Zhang alla guida?

“Il mondo è cambiato, oggi sarebbe molto difficile per personaggi come Fraizzoli e Pellegrini guidare società complesse come lo sono quelle di Calcio. Basti pensare che anche Berlusconi e Moratti si sono dovuti fare da parte”.

Di cosa si occupa oggi Giampiero Marini?

“Mi occupo di Borsa ormai da moti anni. Continuo a seguire il Calcio che, ovviamente, è (e rimane) la mia grande passione”.

(Le foto di questo servizio sono di Mattia Ozbot)

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