INTERVISTA a Maurizio Ceccarelli – Inter Club Follonica

Il Direttore Nerazzurri

INTERVISTA A MAURIZIO CECCARELLI
Presidente Inter Club Follonica “Giacinto Facchetti” di Pierluigi Arcidiacono

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Da quanto tempo esiste l’Inter Club Follonica? Da quanti anni è intitolato a Giacinto Facchetti?
Maurizio Ceccarelli
“L’Inter club Follonica è stato fondato nel 1977 e si, abbiamo
appena compiuto i nostri primi quarant’anni. Dal 2009 è intitolato a Giacinto Facchetti”.

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In questa stagione 2017/2018 in quanti siete a Follonica a sostenere l’Inter? Qual è stato il vostro record di iscrizioni (e in quale stagione)?
Maurizio Ceccarelli
“A causa di un’alluvione subita non abbiamo dati dei primi anni, in pratica quelli dal 1977 al 1981. Nel 1998 con il Trap alla guida raggiungemmo i 242 tesserati. Oggi posso dire con orgoglio che quel record è stato battuto proprio quest’anno con 247 tessere. E ancora non è finita…

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Cosa da un Inter Club come il vostro al tifoso che si iscrive?
Maurizio Ceccarelli
“La possibilità di vivere questi colori a trececentosessanta gradi, non solo da un punto di vista sportivo, ma anche e soprattutto attraverso una serie di iniziative artistico-culturali, finalizzate sempre ad aiutare le persone in difficoltà. Insomma, il Nero e l’Azzurro come senso d’appartenenza e stile di vita”.

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Perché la dedica proprio a Giacinto Facchetti? Lo sappiamo è stato un grande dell’Inter, sia come giocatore, sia come da Dirigente, ma lo storia del F.C. Internazionale vanta decine di “grandi”…
Maurizio Ceccarelli
“Perchè Giacinto ha rappresentato più di un giocatore e di un Dirigente. Lui è stato un uomo leale in campo e fuori, mai una parola fuori posto o un atteggiamento antisportivo”.

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Molto spesso si cerca di proporre un 11 ideale, l’Inter più forte di tutti tempi, individuando giocatori di varie epoche, ma, poi, viene quasi da piangere a escludere qualcuno… Però, se si dovesse fare un solo nome, l’uomo più rappresentativo del cuore dell’Inter, forse il compito sarebbe più facile. Quel nome sarebbe Giacinto Facchetti?
Maurizio Ceccarelli
“Si, Giacinto, per tutto quello che ha dato all’Inter, per i valori che ci ha lasciato e per la grande amicizia che ci lega alla sua splendida famiglia. Se potessi fare due nomi aggiungerei Armando Picchi, altro personaggio straordinario”.

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Se una Inter di tutti i tempi è difficile, ogni tifoso ha nel cuore una “sua” Inter; per i nostri padri: Sarti, Burgnich, Facchetti… Per alcuni quella di Bersellini, per altri quella del “Trap”, per altri ancora quella del “Triplete”… La sua prima Inter o l’Inter che ha di più nel cuore.
Maurizio Ceccarelli
“ Forse perché sono ricordi d’infanzia ma l’Inter di Bersellini è quella che ricordo sempre con tanto affetto. Quella squadra si basava su giocatori di grande personalità, guidata da un tecnico apparentemente duro, ma che aveva sempre una parola buona per tutti”.

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Qual è l’attività primaria di un Inter Club che si trova a 400 chilometri da piazza e Angelo Moratti, quindi, dallo stadio “Meazza” a San Siro?
Maurizio Ceccarelli
“Quella di dare la possibilità a tutti i nostri soci di vivere il mondo Inter, essendo presenti quando ci è possibile a San Siro, ma anche di far conoscere attraverso attività culturali come mostre di Pittura, presentazioni di libri e dibattiti, la storia dell’Inter. Ovviamente il tutto finalizzato alla beneficenza e alla solidarietà”.
(Sotto Maurizio Ceccarelli con Giuliano Sarti)

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Può raccontare l’emozione e i sentimenti che animano tifosi come voi, quando si organizza la “trasferta” a Milano (la preparazione, i panini preparati dalle mogli, il viaggio di 5/6 ore in pullman che rientra a notte fonda, anzi, verso le prime luci dell’alba…)…
Maurizio Ceccarelli
“ Credo che il sacrificio nell’affrontare una trasferta a Milano, sia ampiamente ripagato dall’emozione di vedere l’Inter dal vivo. Ormai frequento il Meazza da quasi quarant’anni ma ogni volta che arrivo nel piazzale è come se fosse la prima volta”.

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Per voi, quindi, è sempre una “trasferta”; a volte vi capita di preferire il fascino di “derby” più vicini, come ad esempio: Fiorentina-Inter; oppure, il fascino de “La Scala del Calcio” è impagabile ed è meglio un: Inter-Sassuolo?
Maurizio Ceccarelli
Personalmente seguo l’Inter solo a Milano. San Siro è casa mia, l’atmosfera che si respira alla Scala del Calcio non ha eguali. Firenze, Empoli e Siena quando era in A, nonostante la vicinanza, non regalano le sensazioni del Meazza”.

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Questa Inter sta andando bene. Inutile addirittura confrontare i numeri con quelli dell’anno scorso nello stesso periodo. Sappiamo, però, che la nostra squadra è un po’ “corta”. Un tifoso come lei che ha visto tante Inter ha un senso di sicurezza in più rispetto al passato (più recente: cioè dal 2012 in poi…)?
Maurizio Ceccarelli
“ Si, non c’è dubbio, la squadra adesso ha un suo assetto ben definito, una logica e finalmente un undici titolare. I ragazzi hanno preso coscienza della propria forza e riescono a gestire anche i momenti di difficoltà all’interno della partita stessa. Credo che in tutto questo mister Spalletti abbia avuto un ruolo determinante”.

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Spera comunque in riforzi portati dalla Befana? In quali zone del campo?
Maurizio Ceccarelli
“Diciamo che difesa e centrocampo avrebbero bisogno di aiuto. A gennaio è sempre difficile acquistare giocatori di livello, le squadre importanti difficilmente si privano dei propri pezzi pregiati”.

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Al secondo pareggio dei rossoneri nel “Derby della Madoninna” è parso che lei avesse quasi un malore, ci spieghi…
Maurizio Ceccarelli
“ No, fortunatamente non si trattava di un malore. Era solo la delusione per un gol che rischiava di rovinarmi la festa. Ma il calcio è questo e quando ormai non ci speravo più è arrivato il gol e quell’urlo liberatorio”.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it