Milano Nerazzurra, qualche rammarico e dieci Finali da giocare – Di Nicola Amoretti

In Campo In Primo Piano Nerazzurri

Milano rimane dipinta di nero e di azzurro, dopo aver archiviato – con estremo godimento – il derby n°223 della storia. È stato un derby che ha dato spettacolo, contraddistinto da 5 goal e tante emozioni, fin dai primi minuti con la rete di Vecino, che ha aperto le danze, fino agli ultimi minuti, con D’Ambrosio che si è immolato sul tiro di Cutrone per salvare il risultato e portare a casa i tre punti.

Questa partita valeva tanto a livello mentale e a livello di classifica, poiché l’Inter arrivava stanca e sconfitta (sia fisicamente, sia psicologicamente) dall’eliminazione dall’Europa League di tre giorni prima. Inoltre, una non vittoria avrebbe mantenuto il Milan al terzo posto e aumentato la pressione sulle spalle dei calciatori e di Spalletti.

I pronostici erano – giustamente – quasi tutti a favore del Milan, che arrivava, invece, infervorato da cinque vittorie di fila in Campionato e che, sempre per quanto riguarda la Serie A, non perdeva addirittura dal 22 dicembre 2018.

Per far dissolvere (per l’ennesima volta) la logica dei numeri ci è voluta una grande Inter, che ha messo in campo una prestazione eccellente. Ha dimostrato ancora una volta che questa squadra ha le qualità per giocare bene a pallone, divertendosi e facendo divertire, ma che a volte – troppe, purtroppo – dà l’impressione di non essere padrona di se stessa e dei propri mezzi.

Ahinoi, questo tipo di prestazione ci sarebbe servita come un buon bicchiere di vino rosso accanto a un piatto di pasta al sugo, sia contro il Psv a dicembre, sia contro l’Eintracht Francoforte giovedì scorso. Ci sarebbe servita eccome, perché se solo si fosse riproposta l’Inter di domenica in una di quelle due sfide – anche solo per un tempo – probabilmente staremmo parlando di un’Inter con ancora gli occhi puntati verso un altro obiettivo e un piede dentro l’Europa.

I nerazzurri hanno dominato la maggior parte della gara conto i rossoneri, palleggiando molto bene e a pochi tocchi sul pressing milanista, dimostrando carattere e personalità che, purtroppo, non si erano visti in Europa League.

Con i se e con i ma non si fa la storia e sappiamo tutti che i derby regalano – ai protagonisti in campo e ai tifosi – una carica emotiva particolare, indescrivibile per chi non la vive. Una carica emotiva che, come detto prima, spazza i pronostici e lascia al carattere dei singoli e di squadra un compito e una responsabilità enorme ai fini del risultato finale.

Il week-end venturo vedrà lo stop dei Campionati europei per la pausa delle Nazionali, e arriva nel momento giusto per qualche motivo, ma nel momento sbagliato per altri.

Arriva nel momento giusto perché lascia modo di assaporare la vittoria del derby una settimana in più del solito, ma soprattutto perché dà tempo a qualche giocatore di recuperare energie e qualche infortunio.
Al contrario, arriva nel momento sbagliato perché c’è sempre il rischio di: perdere la concentrazione sul Campionato, non fare rifiatare chi ne ha bisogno (vedi Politano, Perišić e Brozović) o di vedere tornare qualcuno acciaccato.

Ovviamente si spera che non accada nulla di tutto questo e siamo convinti che si lavorerà fin dal primo giorno disponibile alla Pinetina per la sfida importantissima con la Lazio del 31 marzo. Sarà la prima di dieci “Finali” (tra cui le sfide con Atalanta, Roma, Juventus e Napoli), che definiranno alla fine della stagione il livello dell’Inter, che punta tanto a un fondamentale terzo posto.

Intanto, il derby ce lo godiamo fino all’ultimo secondo possibile.

(Le fotografie in apertura di servizio e all’interno dell’articolo sono di Mattia Ozbot e riguardano la sfida con l’ l’Eintracht Francoforte in Europa League, giocata a San Siro)

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Nicola Amoretti
Nicola Amoretti
Nicola Amoretti è nato in Toscana, ad Arezzo, il 4 Gennaio 1998, proprio nel giorno in cui a San Siro si giocava Inter-Juve e Ronaldo, dopo una lunga corsa sulla destra (sfuggito anche a un tentativo di fallo) serviva a Youri Djorkaeff il pallone della vittoria. Amoretti vive a Milano dai primi Anni 2000. Attualmente studente, è appassionato di Calcio e dell’Inter, ama il Calcio inglese e si interessa anche di altri sport, specialmente: Pallacanestro e Tennis. Gioca nella Macallesi, società di periferia di Milano (squadra dove ha giocato Walter Zenga dal 1969 al 1971). Le sue passioni sono: Giornalismo, Lettura e Musica.