Rodrigo Palacio: da sempre, un esempio per tutti – Di Mirko Giovanni Vargas

In Primo Piano Nerazzurri

Dopo la clamorosa sconfitta subita la scorsa domenica a San Siro, nel posticipo pomeridiano delle 18 contro il Bologna, allenato da un altro dei nostri grandi ex Siniša Mihajlović (subentrato all’inizio della scorsa settimana a Pippo Inzaghi dopo la débâcle casalinga contro il Frosinone), l’Inter continua nel suo “periodo no”: una sola rete segnata nelle ultime quattro partite (per di più, allo scadere dei tempi supplementari e su calcio di rigore nella partita valida per i Quarti di Finale di Coppa Italia contro la Lazio, poi, persa proprio ai calci di rigore). Un solo punto guadagnato in Campionato (0 a 0 casalingo contro il Sassuolo) e poche idee di gioco, poco carattere e mancanza di capacità di reagire e rispondere colpo su colpo agli avversari (qualsiasi sia la loro caratura).

In tutto questo, si è rivista a San Siro una vecchia conoscenza nerazzurra: “El Trenza” Rodrigo Palacio, passato al Bologna nell’estate del 2017 dopo che il suo contratto con l’Inter era scaduto. Nonostante l’età e la condizione fisica non più su livelli eccezionali, ha giocato una partita esemplare, distinguendosi in assoluto tra i migliori in campo.

Nei suoi anni all’Inter, Palacio, oltre che come un grande attaccante (140 presenze, molte delle quali non da titolare, condite con ben 39 reti), si è dimostrato un professionista serissimo: mai una parola fuori posto, sempre tra i primi a metterci la faccia quando le cose non andavano bene, sempre pronto a dare tutto se stesso dimostrando tutto il suo attaccamento alla maglia e la sua passione per l’Inter; un esempio per i più giovani e un punto di riferimento per i più “vecchi”. Insomma, un giocatore di quelli che ogni allenatore vorrebbe sempre avere con sé, all’interno della propria rosa. Per tutti questi motivi, è sempre stato, e continuerà sempre a rimanere, nei cuori di tutti i tifosi Interisti, perché si sa che: “Chi la maglia ha onorato, non verrà mai dimenticato”. “Don Rodrigo” l’ha onorata eccome e non solo: l’ha sudata, amata e difesa sempre e comunque, dal primo all’ultimo giorno che l’ha indossata. La standing ovation che gli ha riservato San Siro (nonostante il clima surreale causato da questo stato di crisi generale) al momento della sua uscita dal terreno di gioco ne è stata la conferma.

Tornando a parlare di Inter, sabato sera nell’anticipo delle 20.45 si va a Parma, campo storicamente molto ostico per i nostri colori. Inoltre, conosciamo bene l’ultimo risultato di questa compagine…

Non si può davvero più sbagliare perché le inseguitrici sono sempre più vicine e perché tornare alla vittoria, che manca, a eccezione del match valido per gli Ottavi di Finale di Coppa Italia disputato contro il Benevento e terminato 6-2, addirittura dallo scorso 29 dicembre (Empoli-Inter 0 a 1 con rete di Keita Baldé), è d’obbligo. Magari provando a ripartire e prendendo spunto proprio mettendo in campo 11 giocatori con la grinta, con il cuore e con la voglia del “Trenza”, ragazzone che, all’alba dei 37 anni, continua a non smettere di stupire.

Mirko Giovanni Vargas

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