Roma Caput Mundi

Fuori Campo

Roma Caput Mundi – Per una questione di “gemellaggio”, anche dalle nostre parti: in Curva Nord a Milano, si canta: “Solo la Lazio! A Roma solo la Lazio!”. Bene così. Nel Calcio certe amicizie che vanno oltre la rivalità sportiva fanno bene e questo al di là delle sonore “batoste” che le due compagini si sono rifilate l’una all’altra e viceversa (come la Finale di Coppa Uefa del 1998 a Parigi e come il terribile 5 Maggio…). Sono amicizie forti che durano realmente da molti anni. Roma, però, non è una città qualunque, solo le persone molto distratte (e purtroppo sono molte) non lo capiscono. Ogni buon italiano dovrebbe essere orgoglioso della propria Capitale, della sua storia. I nostri sbiaditi governanti, invece, hanno fatto di tutto per non fare sentire questa appartenenza, per non fare amare Roma. Per carità! Roma significa Impero! Roma significa storia della Chiesa Apostolica Romana! Tutta robaccia per i mediocri “poltronisti” politici e storici asserviti italiani.

Solo a Roma si può pensare che una partita abbia un preludio come le gare giocate in casa dalla Lazio: con il volo dell’Aquila sul campo; solo a Roma (e in pochi altri stadi al mondo) si può commuoversi per il canto degli avversari, quando lo stadio intero canta uno degli inni scritti da Antonello Venditti. Altri spettacoli con le luci spenti e le strutture costruite apposta per moltiplicare il canto dei tifosi sono roba da circo.

Questa sera (tra poco…) i nerazzurri scenderanno sul campo della Roma per ottenere quei tre punti necessari per dare un segnale chiaro. Si potrà contare sulla professionalità di un tecnico come Spalletti, già uomo di Milano che se avrà emozioni le saprà certamente controllare (almeno nei 90’ di gioco). A Roma si va per vincere, sempre. Altri risultati non hanno senso, qualunque sia la giornata del Campionato, qualunque sia la posizione in classifica. E anche Icardi deve rispondere a Dybala. #ForzaInter

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it