Archiviato il Calciomercato, Paolo Taveggia ci spiega come fare bene nel mondo del Calcio

Calcio Fuori Campo In Primo Piano

Nel primo fine settimana di febbraio si è giocata la ventiduesima giornata di Serie A, la prima dopo il Calciomercato di gennaio. Strana abitudine, questa, che ha certamente i propri pregi, come, per esempio, il fatto di poter correre ai ripari quando un giocatore fondamentale per gli schemi di una squadra si sia infortunato nella prima parte della stagione; ma, allo stesso tempo, appunto, “strana” (almeno per i puristi di questo sport), perché una compagine, nella seconda parte del torneo, può risultare completamente stravolta.

Indubbiamente gennaio può servire anche per inviare segnali forti, ai tifosi e, specialmente alle squadre avversarie: è proprio il caso dell’Inter di Milano, che, con l’acquisto di Christian Eriksen dal Tottenham (il primo grande colpo del decennio), fa mostrare i muscoli ai nerazzurri milanesi. Un grande giocatore richiesto dai club più importanti del mondo che ha certamente più di un significato, oltre a un miglioramento del gioco. Ricordiamo, qui sotto, le considerazioni del nostro #NicolaAmoretti.

Ecco Eriksen, il gioiello danese simbolo del salto di qualità – Di Nicola Amoretti

Tra le persone che amano ancora il “buon vecchio Calcio” c’è sicuramente il milanese Paolo Taveggia, personaggio sincero che ha avuto uno strano destino: interista è stato tra i principali artefici delle vittorie del Milan. Ci è parso giusto sentirlo nella settimana del derby milanese: “Il Derby dell Madonnina”.

Taveggia, oggi, è il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Idroscalo, dove porterà tutta la sua esperienza e dove ha già iniziato questa nuova avventura con entusiasmo. Vi consigliamo di consultarecon regolarità il sito dell’Idroscalo.

https://idroscalo.org/

I tifosi di calcio milanesi, però (e non solo) lo conoscono per ben altri traguardi.

Taveggia è stato uno dei “pionieri” delle televisioni di Silvio Berlusconi, quando, alla fine degli Anni Settanta, non esisteva ancora “Canale 5”, ma c’era “Telemilano 58”, che diverrà ufficialmente “Canale 5” nel settembre del 1980. Seppur interista di cuore, appunto, fu proprio lui a essere importante (come Dirigente) negli anni in cui il Milan di Arrigo Sacchi dominò in Europa. La sua astuzia da Ulisse fu determinante per aprire il “ciclo” rossonero in Coppa dei Campioni (in una famosa partita a Belgrado controla Stella Rossa si inventò una nebbia che non era poi così fitta… E fece rigiocare la partita che si era messa molto male).

AMARCORD – Milan, la nebbia che cambiò la storia

Dal 1986 e sino al luglio del 1993, Taveggia, lavorerà per il Milan (vincendo: due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali). In quello stesso anno, 1993, si “inventerà” la Supercoppa fuori dall’Italia, portandola negli Stati Uniti d’America.

All’Inter lavorerà soltanto qualche mese nel 1995 (nell’Inter appena tornata alla famiglia Moratti. ), ma in tempo per portare a segno un grande colpo di mercato: l’acquisto dell’argentino Javier Zanetti, che, sulla sponda neroazzura del Naviglio milanese diverrà un vero e proprio idolo, sino a divenire Vicepresidente.

https://www.inter.it/it/search/tag/zanetti

Taveggia sarà anche Responsabile Media dei Mondiali U.S.A. nel 1994 e ricoprirà sempre incarichi di primo livello.

Non sono soltanto queste (Inter e Milan) le sue esperienze nel mondo dello sport; egli organizzò (tra le altre cose) anche un Campionato del Mondo di Pugilato e, così, oggi scende in campo proprio per fare un pochino a pugni con il calcio moderno

Sente, Taveggia, il bisogno di “suggerire” un suo “Decalogo” (però, in 12 punti essenziali) per “far bene” in questo sport. Forse, se lo volessero, specialmente le società più blasonate, potrebbero permettersi di seguire tutti questi consigli e fare del calcio un esempio positivo.

Per essere più incisivi non indichiamo le domande.

“Una società di calcio che spera di far bene si dovrebbe attenere a questi punti:

1 – La proprietà dovrebbe rimanere almeno per dieci anni, di certo non per vendere ma per costruire.

2 – I Dirigenti dovrebbero aver fatto parte di un’azienda sportiva e comunque dovrebbero aver fatto una gavetta in società come dirigenti per almeno tre anni prima di assumere ruoli primari.

3 – Il settore giovanile dovrebbe essere un investimento primario e il ruolo degli scout dovrebbe essere potenziato.

4 – I contratti con i giocatori e dirigenti dovrebbero avere un tetto massimo con premi importanti solo se si vince il Campionato e con decurtazioni se si arriva oltre il quarto posto, chi ci sta bene chi non vuole venire vuol dire che non ci crede.

5 – Lo stadio dovrebbe avere un’area nella quale si accolgono i ragazzi e le loro famiglie a un prezzo popolare, il Terzo anello di San Siro ha un prezzo scandaloso e, in ogni caso, oggi, costa troppo andare allo stadio.

6 – Gli allenamenti, il ritiro e le situazioni di lavoro sono momenti nei quali la squadra e l’allenatore devono evitare di incontrare amici, procuratori e sponsor che avranno spazi e tempi a loro dedicati.

7 – L’allenatore deve essere supportato dalla società ma non deve portare il suo staff, vice – medici – e altre figure vengono forniti dai quadri della società.

8 – In televisione e a tutti gli eventi pubblici in rappresentanza della squadra si va in divisa e non vestiti come straccioni.

9 – Alle trasferte delle varie Nazionali i giocatori selezionati vengono accompagnati da un rappresentante della società e rientrano subito dopo la partita.

10 – Nelle giornate di allenamento sono vietate cuffiette stereo, telefonini e altre fesserie varie, si possono usare solo fuori dal centro di allenamento.

11 – Il parrucchiere e il tatuatore non fanno vincere i Campionati e le serate al ristorante con il mondo glamour le fanno perdere.

12 – I dirigenti Italiani devono parlare bene la nostra lingua, devono aver fatto un corso di comunicazione, devono sapere l’Inglese non il contrario con qualcuno che parla la sua lingua e non parla Italiano o non conosce la storia della nostra città e delle nostre squadre.”

Conclude così, Paolo Taveggia: “Se volete potrei proseguire, ma, sono sincero, a cosa servirebbe tanto non gli frega niente a nessuno…”.

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