Degli Ultras si parla sovente e, spesso, non si sa cosa si dice; li si descrive, li si critica, li si giudica. Altri li “difendono”, anche se, sinceramente, pensiamo che non abbiano bisogno d’essere “difesi” da nessuno. Oggi desideriamo parlare delle coreografie realizzate dalla Curva Nord. La Nord di Milano ne ha realizzate molte davvero meravigliose, ma cosa c’è dietro alla preparazione di una coreografia?
Nell’ultimo numero della fanzine “L’Urlo della Nord” (dal 1999 Organo Ufficiale della Curva Nord Milano 1969); numero che è stato realizzato in occasione del derby del 21 ottobre scorso, a pagina 3, in “ZONA COVO”, v’è un chiarimento. Ve ne sveliamo il senso…
Tutti i tifosi hanno potuto gustare la bellezza della coreografia realizzata per la partita contro la selezione rossonera di Milano. Stupenda. Ci sono voluti due mesi di lavoro per realizzarla, mettendoci energia e senza risparmiare sacrifici e fatica. Si trattava di un’opera composta da 9 teloni da aprire; un vero e proprio record, perché non era mai accaduto di “srotolare” un’opera così imponente. Quasi impossibile stabilire quanti metri quadrati siano stati verniciati, “L’Urlo della Nord” scrive: infiniti. Ma è quando manca poco all’apertura che si crea una “giusta tensione”… Serve la collaborazione di tutti, perché il lavoro di quei due mesi precedenti il derby, se qualcosa va storto, può essere vanificato. Ecco perché, proprio nell’articolo pubblicato a pagina 3 si legge: “Servite voi. Serve una grande mano. Serve molta maturità e collaborazione. Solo così riusciremo a dare un senso a questi ultimi 2 mesi.” (…) “Gente è stata dura stavolta. E speriamo sinceramente di stupirvi.”.
Tranquilli, uomini della Nord, ci avete stupito. Eccome.
Siamo contenti del vostro lavoro, della vostra passione, del vostro tifo. Molti spettatori devono ancora imparare a conoscervi bene, ma, intanto, gran parte dello spettacolo diSan Siro è merito vostro. Grazie di cuore. E NOI GLIELO DICIAMO…
(La foto in apertura della Curva Nord durante Inter-Milan del 21 ottobre 2018 è di Mattia Ozbot)
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