L’arbitraggio del “Derby d’Italia” (è inutile negarlo) ha messo da parte qualsiasi discussione sulla tattica, incentrando le attenzioni su polemiche e ingiustizie, fondate o meno.
Il tutto è giustificato, perché senza così tante sviste staremmo, da giorni, parlando di una partita diversa, di un diverso risultato e, probabilmente, di una diversa fine della stagione.
LE TRE POSITIVE
1) Che intensità, che Inter. Dopo l’espulsione di Vecino, i nerazzurri hanno sfiorato l’impresa, acciuffando il pareggio e andando addirittura in vantaggio. Il pressing alto, la tanta corsa e la voglia di andare a prendersi 3 punti insperati; prestazione degna di un’Inter che sicuramente meriterebbe qualche posizione più alta in classifica.
2) Facendo, ovviamente, gli auguri di buona guarigione a Ciro Immobile, il suo infortunio può forse frenare i Laziali, i quali sembrano infermabili. Sicuramente per loro sarà un’assenza pesante e anche un pareggio contro l’Atalanta può ridare fiducia e speranza all’Inter.
3) La matematica ci dà gli ultimi cenni di sorriso, tenendoci ancora aggrappati alla corsa per la qualificazione in Champions League. Finché è possibile ci si crede. Tutti.
LE TRE NEGATIVE
1) Guardandosi allo specchio, l’Inter vede un grande punto di domanda. Hai fatto bene, benissimo, recuperando il risultato contro la capolista, hai dato tutto e hai sfiorato la vittoria per pochi minuti. Ma torni a casa senza punti e ancora più distanti dalle romane e tutto ciò fa rabbia, perché all’87’ minuto avevi superato di nuovo la Lazio, fermato gli storici rivali con una carica impressionante e potente che, forse, è svanita progressivamente con i 3 fischi finali di Orsato.
2) Finché non arriva il triplice fischio dell’arbitro si deve continuare a giocare e la Juve è stata più brava a crederci fino all’ultimo, approfittando di un calo fisiologico inevitabile dei nerazzurri, che per più di 75 minuti hanno giocato in 10 uomini. La beffa più grossa è che una sola distrazione di un singolo ha portato al tracollo finale che era evitabile.
3) Spalletti ha sbagliato l’ultima sostituzione. Si potrebbe pensare che col senno di poi si è tutti più bravi, ma era facilmente intuibile che un giocatore offensivo al posto di Icardi avrebbe dato più profondità, tenendo palloni e guadagnando campo, falli e tempo prezioso. Invece il Mister ha scelto Santon, arrendendosi così a non cercare di uscire più dalla propria metà campo.
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