Il “Cholismo” non fa schifo… È bellissimo – Di Nicola Amoretti

Calcio In Primo Piano

Circa tre anni fa, il “Vate” Fabio Caressa pronunció con grande fermezza queste parole: “Il gioco dell’Atletico Madrid fa schifo. Il Cholismo é una moda”.
Probabilmente sarà sempre uno scontro di opinioni, ma l’enfatizzazione del risultato, portato all’interno di un sistema che ti indirizza inevitabilmente a desiderare esclusivamente quello, dovrebbe essere apprezzato. Anche se non è bello esteticamente, anche se non è intrattenente.

Mercoledì sera i “Colchoneros”, ancora guidati dall’ex nerazzurro Diego Simeone, hanno conquistato ad Anfield, il tempio infernale che ha le sembianze di uno stadio, l’accesso ai Quarti di Finale di Champions League. Come? Ovviamente col “Cholismo”.
Se nella partita di andata, al Wanda Metropolitano, gli spagnoli sono riusciti ad annullare il dominio da Campioni d’Europa dei Reds, non concedendogli neanche un tiro in porta e vincendo 1 a 0, a Liverpool le cose sono andate diversamente.

Lo strapotere degli Inglesi si è fatto sentire sin dalle prime battute, presagendo un copione di gioco che si è prolungato fino alla fine della partita: possesso palla estenuante e veloce, continui cambi di gioco e palloni buttati in mezzo all’area come se non ci fosse un domani.

A ridosso dell’intervallo Wijnaldum trova il goal del vantaggio, ma nel secondo tempo il punteggio rimane 1 a 0, portando le squadre ai supplementari.

Roberto Firmino sigla il doppio vantaggio agli albori del primo tempo supplementare, ma Marcos Llorente approfitta di un rinvio sbagliato di Adrian per accorciare le distanze. Freddo, rapace; talmente efficace da ripetersi nove minuti dopo in contropiede, punendo il Liverpool all’eliminazione certa.

Il goal di Morata al centoventunesimo è la ciliegina sulla torta – “the icing on the cake” – di un modo di giocare e di intendere il Calcio che per alcuni fa schifo, ma per altri è bellissimo.

L’Atletico non ha fatto altro che posizionarsi ordinatamente al limite dell’area di rigore, ripartire a scaglioni cercando prudentemente di mantenere il possesso e accennare ogni tanto un pizzico di pressing.
Ha giocato in modo composto, pulito ma sporco, rispettando i più forti di tutti nella loro fortezza. Questo Calcio brutto e non intrattenente con le sue continue spazzate, considerabili quasi goffe, ha portato alla qualificazione.

Quindi, in fin dei conti, il “Cholismo” fa davvero cosí schifo?

(La foto in apertura di questo servizio è di Armando Bottelli)
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Nicola Amoretti
Nicola Amoretti
Nicola Amoretti è nato in Toscana, ad Arezzo, il 4 Gennaio 1998, proprio nel giorno in cui a San Siro si giocava Inter-Juve e Ronaldo, dopo una lunga corsa sulla destra (sfuggito anche a un tentativo di fallo) serviva a Youri Djorkaeff il pallone della vittoria. Amoretti vive a Milano dai primi Anni 2000. Attualmente studente, è appassionato di Calcio e dell’Inter, ama il Calcio inglese e si interessa anche di altri sport, specialmente: Pallacanestro e Tennis. Gioca nella Macallesi, società di periferia di Milano (squadra dove ha giocato Walter Zenga dal 1969 al 1971). Le sue passioni sono: Giornalismo, Lettura e Musica.