Tre caratteristiche di gioco della nuova era di Antonio Conte – Di Nicola Amoretti

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Termina per 1 a 2 la “Casinò Lugano Cup”, grazie alle bellissime reti del nuovo arrivato Sensi e del compagno di reparto Brozović. Come tutte le amichevoli estive, l’attenzione non è rivolta meramente al risultato, bensì alle dinamiche di gioco, alla condizione fisica, alle prestazioni degli eventuali giovani impiegati, ai nuovi acquisti di mercato e all’intesa fra gli stessi con la “solita” squadra.

Com’è noto, Antonio Conte è un amante del 3-5-2 e non c’erano dubbi sulla proposizione di questo modulo. Interessante la titolarità di D’Ambrosio come terzo centrale di difesa, preferito a Ranocchia (poi entrato nel secondo tempo). Dunque, analizziamo insieme quali caratteristiche sono spiccate nella prima panchina nerazzurra di Antonio Conte.

1) Pressing costante: era positivamente prevedibile l’atteggiamento della squadra nella fase di non possesso; una fase di posizionamento alto e pressing forte e aggressivo da parte di tutti; una fase dove ognuno (a partire dalle due punte scendendo giù per la spina dorsale della squadra) dev’essere concentrato nel proprio compito ai fini del successo della riconquista del pallone. Ognuno è parte di un meccanismo che, se oliato per bene, funziona in modo magistrale. Concentrazione e aggressività sono fondamentali per poter far avvenire la riconquista. Infatti, nel momento in cui Gagliardini, verso la metà del primo tempo, sembrava scarico e mollo, si sono sentite le urla di Conte, pronto a rinvigorire il giovane centrocampista per riportarlo sull’attenti.

2) Il lavoro delle mezzali: tutte le posizioni in campo sono fondamentali, ma le mezzali in un 3-5-2 hanno un compito particolare. Alleggerite dalla presenza del play, di un centrale di difesa in più e dai due esterni che si comportano quasi come terzini offensivi, le mezzali diventano più libere e fondamentali per l’imprevedibilità nella manovra. Imprevedibilità che per ossimoro può essere letta dagli avversari col passare dei minuti, ma i movimenti delle mezzali creano i tanti spazi.
Ciò avviene grazie all’alternato spostamento delle mezzali (nel caso dell’amichevole con il Lugano Sensi e Gagliardini) nella posizione centrale e laterale del centrocampo. Quando una delle due mezzali prende palla praticamente sulla linea laterale, l’esterno davanti a lui ha spazio per salire e portare via l’uomo. Inevitabilmente la squadra in non possesso si trova disordinata, dovendo far uscire un uomo per la palla scoperta. Intanto, l’altra mezzala si sposta vicino al play, aumentando la densità nella parte centro-esterna del campo.
Per quanto riguarda la parte centrale del campo, il lavoro svolto è quello classico in verticale, con la peculiarità di alzarsi immediatamente sul primo centrocampista per recuperare subito il pallone nella metà campo offensiva.

) Esterni che si cercano: l’assenza di terzini nella difesa a tre consegna agli esterni di centrocampo grosse responsabilità in ripiegamento difensivo, ma d’altra parte grossa libertà in fase offensiva. Tante volte contro il Lugano abbiamo visto il cross sul secondo palo da un laterale a un altro, spesso eseguito bene da Candreva e non finalizzato da Perisić. L’integrazione di questa continua ricerca tra i due (Politano, Lazaro e Asamoah le prime alternative) sarà sicuramente un’arma in più a nostra disposizione. Ricordiamo l’asse Lichsteiner-Asamoah che nell’era di Conte in bianconera, nonostante le caratteristiche difensive dei due, ha funzionato alla grande.

Buona la prima per la nuova Inter. Prima vittoria e prime prove dei meccanismi da campo vero; gli svizzeri erano avanti nella preparazione (tra una settimana iniziano il loro Campionato), quindi è accettabile un calo nel secondo tempo; inoltre, sono da sottolineare le assenze dei sudamericani, ancora in vacanza prolungata per la Copa America. Tutto sommato, l’Inter che verrà promette bene.

Nicola Amoretti
Nicola Amoretti
Nicola Amoretti è nato in Toscana, ad Arezzo, il 4 Gennaio 1998, proprio nel giorno in cui a San Siro si giocava Inter-Juve e Ronaldo, dopo una lunga corsa sulla destra (sfuggito anche a un tentativo di fallo) serviva a Youri Djorkaeff il pallone della vittoria. Amoretti vive a Milano dai primi Anni 2000. Attualmente studente, è appassionato di Calcio e dell’Inter, ama il Calcio inglese e si interessa anche di altri sport, specialmente: Pallacanestro e Tennis. Gioca nella Macallesi, società di periferia di Milano (squadra dove ha giocato Walter Zenga dal 1969 al 1971). Le sue passioni sono: Giornalismo, Lettura e Musica.