Un probabile addio da interista vero – Di Nicola Amoretti

In Primo Piano Nerazzurri

Le voci di mercato che suggeriscono (o confermano) Antonio Conte come il prossimo allenatore dell’Inter si fanno sempre più grandi e consistenti; la loro irruenza sta facendo traballare, e non poco, la sedia di Luciano Spalletti. Se ci sarà, quello di Spalletti sarà un addio da interista vero.

In una situazione per lui così delicata, Spalletti è stato bravo soprattutto a evitare “alla Matrix le domande dei giornalisti, proiettili riguardanti l’imminente arrivo di Conte ad Appiano Gentile, ponendo sempre al primo posto l’Inter. Qualche frase a difesa della società e dei tifosi ha fatto ricordare a tratti il grande Mourinho, che astutamente e strategicamente si assumeva sempre le responsabilità, sfoggiando le sue grandi ali a difesa dell’ambiente nerazzurro.

Qualche esempio di Spalletti: “Rimarrei 100 anni all’Inter”, ma allo stesso tempo: “L’Inter è bene che scelga il meglio per il bene dell’Inter, se poi questo scegliere il meglio va ad annullare il mio lavoro, non conta niente; l’Inter deve andare avanti”. Infine, qui rivolgendosi al trattamento della Stampa nei confronti dei nerazzurri: “Si vede che c’è una volontà, c’è una disparità di trattamento da alcune situazioni, e si è proprio cattivi e offensivi nel modo di fare”.

Insomma, il mister di Certaldo ha incarnato al 100% l’essere davvero interista, ed è una cosa che si nota facilmente quando lo si sente parlare.

Detto questo, e supponendo che la notizia dell’arrivo dell’ex CT degli Azzurri sia veritiera (solo il tempo ce lo potrà dire), è evidente che all’interno della tifoseria nerazzurra ci sia una spaccatura riguardante la volontà di confermare Spalletti o meno.
Spaccatura causata sicuramente anche dal caso Icardi di qualche mese fa, che ha scombussolato l’ordine all’interno dello spogliatoio, ma non solo: ha attirato su di sé tutte le attenzioni possibili, non permettendo alla società Inter di essere accostata a qualsiasi altra cosa se non a quella maledetta situazione; infine, ha compromesso qualche risultato (per esempio Inter-Eintracht Francoforte, partita fondamentale giocata con Keita Baldè acciaccato a fare reparto da solo in un ruolo non suo).

Al di fuori, tutta la Stampa e l’opinione pubblica era concentrata nell’individuare chi avesse più colpe dell’altro, chi aveva rotto il giocattolo e non ha voluto ammettere i propri torti.

Ma non solo il caso Icardi; la sua testardaggine di giocare sempre con lo stesso modulo, senza mai provare le due punte o un centrocampo più dinamico (qui, però, ci sentiamo di spezzare una lancia a suo favore: i giocatori a disposizione sono bene o male quelli dell’anno scorso e non è sicuramente togliendo un uomo dal centrocampo per aggiungerlo in attacco che ti fa svoltare in positivo la stagione).

Volenti o nolenti, dobbiamo ricordare che l’Inter non si qualificava in Champions League da 7 anni, e riuscire a farlo (speriamo per due anni consecutivi) non è cosa da poco.
Che poi Spalletti abbia una sorta di feticismo per il 4-2-3-1, o che non abbia il giusto coraggio di attaccare di più quando serve, o qualsiasi altro difetto, non importa.
In un modo o nell’altro è anche grazie a lui che la musica della Champions League ha risuonato a San Siro e nelle nostre orecchie, risvegliando emozioni che non si provavano da anni di piatta mediocrità.

D’altronde, chi non ha difetti ? Siamo così sicuri che qualsiasi altro allenatore avrebbe ottenuto i medesimi risultati, per non dire migliori ?
Forse sì, forse no. Ma di certo gli va fatto un ringraziamento, comunque vada a finire la sua storia d’amore con l’Inter.

(La foto in apertura di Luciano Spalletti e di questo servizio sono di Mattia Ozbot)

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Nicola Amoretti
Nicola Amoretti
Nicola Amoretti è nato in Toscana, ad Arezzo, il 4 Gennaio 1998, proprio nel giorno in cui a San Siro si giocava Inter-Juve e Ronaldo, dopo una lunga corsa sulla destra (sfuggito anche a un tentativo di fallo) serviva a Youri Djorkaeff il pallone della vittoria. Amoretti vive a Milano dai primi Anni 2000. Attualmente studente, è appassionato di Calcio e dell’Inter, ama il Calcio inglese e si interessa anche di altri sport, specialmente: Pallacanestro e Tennis. Gioca nella Macallesi, società di periferia di Milano (squadra dove ha giocato Walter Zenga dal 1969 al 1971). Le sue passioni sono: Giornalismo, Lettura e Musica.