A San Siro è spuntata la Luna…

Calcio

Milano. San Siro. Una calda serata di inizio Maggio, i tre ragazzi de Il Volo e le dolcissime note di Grande amore, canzone vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo. Lo stadio pieno e l’unica, inconfondibile voce, la sua, quella di Bruno Pizzul a cui è affidato il difficilissimo compito di raccontare quanto sta per accadere.

Si apre così la magica serata di Match for EXPO. Si apre così, con quel nobile sorriso argentino che non ha smesso di vivere nel cuore di tutti i tifosi dell’Inter e di tutti gli appassionati di Calcio, con il sorriso del Capitano, di Zanetti. È lui il promotore dell’evento benefico in favore di fondazione Pupi, della quale lui stesso, insieme alla moglie Paula, è ideatore e fondatore. I diritti dei bambini e dei ragazzi sono il fondamento dal quale tutto ciò ha avuto inizio, per questo, prima del fischio d’inizio, viene firmato il “Manifesto dei diritti dei bambini e degli obblighi degli adulti”. Poi, finalmente, si gioca: magliette in tinta unita, bianchi contro rossi, come si fa all’oratorio quando si è piccoli. Eppure a sfidarsi sono alcuni tra i più grandi Campioni della storia del Calcio. I Capitani si stringono la mano: Zanetti, per i bianchi, la squadra Pupi e Shevchenko, per i rossi, la squadra Expo. Abbiati, Toldo, Peruzzi, Cordoba, Cambiasso, Cafù, Chivu, Ranocchia, Samuel, Stankovic, Palacio, Icardi, Zamorano, Ambrosini, Costacurta, Crespo, Leonardo, Nesta, Cannavaro, Sosa, Seedorf, Vieri… È un continuo alternarsi di stelle, di “vecchie glorie”, come le chiamano alcuni, ma che in molte occasioni corrono più veloce e hanno forza di volontà dei giocatori di oggi. Alla fine di novanta minuti sudati da parte di tutti la partita si conclude 6 a 4 per la squadra Expo.

La sorpresa più bella, però, deve ancora arrivare. Un momento storico e magico sta per avverarsi. La Curva Nord si trasforma in un “4”. Un quattro come il numero che Zanetti ha cucito sulla schiena. Già, sulla schiena e non sulla maglia. Perché lui non ha bisogno di una maglietta di tessuto. Lui la maglia dell’Inter ce l’ha tatuata addosso e non come una seconda pelle, è proprio la sua pelle a essere a strisce nerazzurre.

4 forever.

È proprio un vero Grande Amore.

E, intanto, è spuntata la Luna piena.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it