Concretezza è saper essere determinati, compatti, forti e consapevoli.
Caratteristiche che, erroneamente, potrebbero essere accostate alle squadre che vincono 5 a 0, che esprimono un bel gioco, che fanno divertire, belle. Invece definiscono un’altra categoria di squadre: quelle che vincono 1 a 0, che vincono giocando male, che fanno annoiare, brutte. L’esatto opposto. E indovinate quali squadre, spesso, vincono i Campionati? Esatto, le squadre “brutte”.
Sono quelle che vincono con un solo goal di scarto, non cinque. Quelle che riescono a uscire illesi da campi difficili, che non affondano alle prime difficoltà.
Sono quelle che esaltano l’enfatizzazione del risultato, mettendo da parte la voglia di fare spettacolo.
Certo è che se le vinci tutte esprimendo “Calcio spettacolo”, prima o poi qualche titolo lo conquisti (esempio lampante è il Manchester City di Guardiola). Attualmente – in Italia – la Juventus è forse la squadra che esalta di più questa caratteristica: quante volte ha annoiato e giocato male, ma ha portato a casa i 3 punti?
Parlando di Inter, invece, negli ultimi anni ne è mancata molta di concretezza, si potrebbe dire dai tempi di José Mourinho. Si è vista a sprazzi con Roberto Mancini, con Pioli e quest’anno con Spalletti, conquistando temporanei primi posti: ma temporaneo è diverso da costante e per essere competitivi ai massimi livelli, i nerazzurri devono acquisire questa dote: per finire l’anno in positivo e creare una base solida per il futuro.
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